il cerchio d'oro - pangea

Il presente del Prog passa da Il Cerchio D’oro: Pangea e Le Tre Lune

Prog/abilmente il nome de Il Cerchio D’Oro solleticherà le orecchie più accorte dei nostri lettori dediti ad un genere che assunse connotazioni neoclassiche nei suoi anni, appunto, d’oro e che oggi persiste tramite neo formazioni e storici alfieri, e di questi ultimi andiamo ad analizzare l’ultimissima opera et fatica, Pangea e Le Tre Lune.

Black Widow Records marchio di garanzia

Il Cerchio D’Oro è una band attiva sin dalla metà degli anni ‘70, riesce ad incidere alcuni pregevoli 45 giri improntati a un classico teorema chitarre, tastiere, basso e batteria e a farsi un certo nome nel giro grazie anche a una riconoscibilità dei suoni non comune, ma è a partire dal 2008 che iniziano a realizzare gemme di lunga durata grazie anche all’interessamento della sempre accorta Black Widow Records che li pone sotto la sua ala prog/tettrice e gli consente quindi di realizzare, ad oggi , quattro importanti concepts.

I quattro elementi giungono a compimento

Come quelli del Salvadanaio (chi sa,sa…) ci troviamo di fronte a due fratelli, Gino e Giuseppe Terribile, rispettivamente batteria e voce il primo, basso, voce e chitarre il secondo ,veri e propri motori propulsivi che insieme al valente Filippo Piccolini alle tastiere, Piuccio Pradal alla voce e chitarra e ancora Massimo Spica alle chitarre costituiscono il fulcro della band e di un particolarissimo suono. In una formazione ampliata e con ospiti extra-deluxe arrivano oggi con un quarto album, a chiudere una tetralogia sui quattro elementi – acqua, fuoco, aria ed ora terra – e su tematiche attualissime che tutti ci riguardano e a cui pochi ancora danno attenzione.

Le radici di Pangea e Le Tre Lune e del suono de Il Cerchio D’Oro

Pangea e Le Tre Lune si snoda quindi su 6 tracce ben distinte in sonorità, armonie e testi che raccontano storie che paiono antiche ma antiche non sono, con un cantato immerso in una dimensione atemporale e un suono di marca Prog che ha sapori di basilico e salsedine, figlio di una territorialità ligure che già trovò in primis nei New Trolls, e anche nell’unico ma imprescindibile album del Museo Rosenbach, dove piantare solide radici del genere.

Non si pensi qui ad operazione retrò, anzi, in questo lavoro la perfezione delle esecuzioni, la pulizia dei suoni, i testi e, soprattutto, le atmosfere fungono da celebrazione di un periodo che ,è evidente, ha ormai sorpassato un presunto letargo e decisamente non è mai defunto. Si pensi a quanto poco tempo passò dal furore punk ai Marillion di Fish…

È pur vero che molte neoband devote al genere mancano di quel quid antroposociale che connotò l’epoca, fisiologico se si pensa ai retroterra di un tempo rispetto a quelli odierni. Ed è proprio questo il plusvalore del Cerchio D’Oro, ovvero una inossidabilità propria della materia polisemica insita nel nome della band che ne ha consentito il poter traguardare all’oggi intonsi e purissimi e, soprattutto, ricchi di idee melodiche e soluzioni alchemico sonore.

Ospiti di pregio e una bonus track a sorpresa

Un cenno agli ospiti ovvero quel Ricky Belloni di Trolls appartenenza che regala puntualissimo solo a E La Vita Iniziò, a Tolo Marton, ben noto in ambienti blues in Le Tre Lune ed al violinista di un’altra band ancora oggi molto ricordata, Quella Vecchia Locanda, ovvero Donald Lax in Dialogo. Ma inserirei di dovere anche l’autore della copertina Armando Mancini, il Paul Whitehead italiano (o viceversa) per le indimenticabili copertine come ad esempio quella dei sempre liguri The Trip del compianto Joe Vescovi.

Piccola chicca per veri fans, al cd viene aggiunta una bonus track, Crisi, eseguita dai Black Out ossia il Cerchio in una delle sue incarnazioni, qui priva del tastierista Piccolini e simpatica aggiunta hard rock ad un lavoro di tutto rispetto che, come nella miglior tradizione del genere, regalerà nuove sorprese ad ogni successivo ascolto.

Il Cerchio D’oro - Pangea E Le Tre Lune 
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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