King Gizzard & The Lizard Wizard: eco-boogie?
Quando, nel 2014, uscì I’m In Your Mind Fuzz risultò impossibile non innamorarsi dei King Gizzard & The Lizard Wizard. A quell’epoca il combo di scoppiatoni (veri o presunti) provenienti da Melbourne era già attivo – molto attivo – da un paio d’anni, ma fu quel disco a porli alle redini dello squinternato carro del cosiddetto psych-rock. Echi di Hawkwind, Flaming Lips, Arthur Brown e Groundhogs, una passione per il blues più vistosa rispetto ad altri colleghi di settore, videoclip stonati con ironia e soprattutto un’energia live da costringere all’headbanging anche un fan di Joanna Newsom.
Da allora è stato un diluvio di album, fino ai cinque pubblicati nel corso del 2017, con i suoni a spaziare fra prog, jazz, sperimentazione e addirittura rock quasi classico.
Le novità di Fishing For Fishies
Dopo un anno abbondante di silenzio arriva Fishing For Fishies, ovvero il disco ecologista e boogie dei King Gizzard. La curiosa miscela ci dice che i nostri, anche in versione pacata, abbastanza stranetti continuano a esserlo.
Dicotomie di questo tipo possono portare a eccellenti risultati artistici. In questo caso però sembrano esserci un po’ di svagatezza e un po’ di maniera. Il boogie viene sviscerato in diverse chiavi soniche. C’è quello alla ZZ Top (Boogieman Sam), quello in stile T-Rex spaziali (Space Age Boogie) e quello futurista alla… ehm… Rockets (Cyboogie). Va tutto bene, ma sempre di boogie si tratta – e ce ne sono altri due nella stessa dimensione – e alla fine il gioco tende a stancare.
King Gizzard & The Lizard Wizard un po’ sottotono
Altrove i King Gizzard rimandano a referenti più sofisticati, tipo gli Steely Dan (The Bird Song) o le jam-band alla Phish (guarda caso proprio in Fishing For Fishies). Se la bravura è indiscutibile, anche qui l’incisività a volte latita. E’ il caso, ad esempio, di un pezzo come Acarine che va di qua e di là fino al Medio Oriente per poi perdersi del tutto.
King Gizzard & The Lizard Wizard ormai ammansiti? Per nulla, visto che un pezzo diffuso pochi giorni fa, Self-Immolate segna il ritorno all’heavy-psych con chitarre a mitraglia e spirito primitivista. Si vede che a Melbourne il tempo cambia spesso.
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