Kyle Eastwood ripropone in chiave ‘jazz’ le musiche dei film di papà.
I concerti legati alla musica applicata – come quelli che ne sanno definiscono le colonne sonore – negli ultimi anni sono cresciuti in maniera esponenziale. Autori come John Williams, Hans Zimmer, ma anche i ‘nostri’ Pivio & De Scalzi, hanno allestito progetti, generalmente supportati da una grande orchestra, in cui rileggono le loro musiche da film. Duplice obiettivo: intercettare non solo il pubblico degli appassionati, ma anche quello (forse) più vasto delle platee cinematografiche; e ribadire il valore delle loro composizioni, anche in assenza delle immagini per cui sono state composte. Le cose si fanno più complicate quando a riproporre le musiche da film non è il loro autore. Come fare a rendere plausibile l’evento? Kyle Eastwood, contrabbassista, classe 1968, attivo sulla scena dagli anni ’90, ma senza aver mai riscosso grandi successi nonostante i nove album all’attivo, ha trovato nel suo cognome la condizione sufficiente per Eastwood Symphonic (visto anche qui in Italia, a Umbria Jazz lo scorso luglio).
Il progetto Eastwood Symphonic approda al disco
Da qui a farne un disco (pubblicato da Verve) il passo è breve: assoldato, per un pugno di dollari, in qualità di arrangiatore il trombettista lussemburghese, vincitore di Grammy, Gast Waltzing; arruolata, per qualche dollaro in più, la Czech National Symphony Orchestra (si sa, all’est i musicisti sono bravi e costano meno), ecco pronta la versione da salotto (o telefonino, scegliete voi).
Fin dall’ouverture non si lascia adito a dubbi: Morricone appare immediatamente sullo sfondo (in particolare il tema The Ecstasy of Gold da Il Buono, il Brutto e il Cattivo) per poi tornare con il celeberrimo tema da Per un pugno di dollari, in una versione swing piuttosto imbarazzante. Ma il jazz c’entra poco. O meglio, dopo l’esposizione del tema che rassicura gli ascoltatori, si lascia spazio ai solisti per qualche improvvisazione di sapore bop. Il tutto condito da arrangiamenti spesso pomposi se non magniloquenti.
Oltre al Morricone nazionale ci sono anche il funkeggiante Lalo Schifrin (Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan e Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!), il John Williams di Assassinio sull’Eiger, Lennie Niehaus per I Ponti di Madison County e bontà loro, anche la famiglia: con i temi scritti dall’augusto genitore per Unforgiven, Changeling e Flags Of Our Fathers; e dal figlio per Gran Torino e Letters From Iwo Jima.
Risultato che si può tranquillamente rubricare alla voce ‘Tengo Famiglia’, con la doppia accezione del caso: sono figlio di e devo pur far qualcosa per campare. So Long Kyle.
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