Oslo Tapes - Staring At The Sun Before Goin' Blind

Tornano Marco Campitelli e il suo caleidoscopico progetto sonoro Oslo Tapes.

È già alla quarta uscita Oslo Tapes, il progetto di Marco Campitelli che per l’occasione si avvale della prestigiosa collaborazione dell’ex faUSt e Ulan Bator Amaury Cambuzat, produttore nonché coautore dei brani e degli arrangiamenti. Staring At The Sun Before Goin’ Blind è composto da otto pezzi quasi esclusivamente strumentali che immergono l’ascoltatore in una sorta di liquido amniotico con una composizione “chimica” tanto complessa quanto immediatamente coinvolgente.

Brani e suoni di Staring At The Sun Before Goin’ Blind

Gravity apre il disco con una melodia che richiama perfino certi stilemi del Paisley Underground, rallentandoli però sullo sfondo di un tappeto sonoro quasi psichedelico. Ethereal Song tiene nel complesso fede al suo titolo, ma all’interno di un dialogo costante tra chitarra, basso e batteria sul quale si innesta un synth a volte sullo sfondo e altre volte in primo piano. Deja Neu denuncia fin dal titolo le influenze kraut, evidenziate da una batteria monotonamente inesorabile e da un canto ripetitivo come un mantra. Reject Yr Regret vira decisamente verso il noise e la house, con percussioni dominanti e una voce rabbiosa, che si fa a sua volta percussione aggiuntiva e richiamo tribale. Like A Metamorphosis riprende le atmosfere vagamente psichedeliche del brano iniziale, nelle quali si stempera gradualmente l’inizio quasi industrial alla Nine Inch Nails. Middle Ground esordisce con un martellare di percussioni tribali che quasi subito deve lottare per contendere la scena a chitarre aggressivamente distorte, mentre altre chitarre dal suono relativamente pulito ripetono ossessivamente un riff di poche note. Anche Somnambulist’s Daydream riporta in auge quella combinazione di Paisley, kraut e psichedelia che avvolgeva di sé il brano iniziale. Si chiude con la title track – con i suoi sette minuti e oltre il brano più lungo del disco e uno dei pochi ad avvalersi anche della voce umana -, anch’essa giocata su un serrato dialogo tra batteria e chitarra distorta, con un synth che interviene dopo quasi tre minuti con un ossessivo mantra di quattro note, quasi dissonante in certi momenti.

Marco Campitelli e Amaury Cambuzat: una collaborazione ‘avvolgente’

Da questa sommaria descrizione dei singoli brani appaiono già abbastanza evidenti le coordinate musicali all’interno delle quali si muovono Campitelli e Cambuzat, affiancati da strumentisti di prim’ordine. Quella che però è maggiormente degna di nota è la capacità di fonderle tutte per dare vita a un qualcosa di diverso e assai personale: uno sperimentalismo vitale, una musica tanto dura, a tratti quasi violenta, quanto “intellettuale”, capace di parlare sia ai sensi sia al cervello per lasciarli entrambi piacevolmente esausti.

Oslo Tapes – Staring At The Sun Before Goin' Blind
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“Giovane” ultrasessantenne, ha ascoltato e ascolta un po' di tutto: dalla polifonia medievale all'heavy metal passando per molto jazz, col risultato di non intendersi di nulla! Ultimamente si dedica soprattutto alla scoperta di talenti relativamente misconosciuti.

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