Thinking Back: un’antologia compatta e senza fronzoli, proprio come i Brinsley Schwarz.
Nell’articolo dedicato da Tomtomrock alle migliori cose uscite nel 2023, la sezione relativa ai materiali d’archivio poneva l’accento sulla tendenza corrente al cofanettone grandioso, lussuoso, mostruosamente costoso, più da guardare che da ascoltare e, forse, più dannoso che utile. A titolo di esempio, chi puoi mai farcela a sentire 27 cd dei Camel? Persino un fan ultradevoto potrebbe finire per odiarli.
La nascita del pub-rock
Per fortuna esistono ancora le ristampe semplici, lineari, esaustive e dal prezzo accettabile. È il caso di Thinking Back – The Anthology 1970-1975 (Cherry Red) che nel corso di sette cd ripropone in ordine cronologico tutta le carriera dei Brinsley Schwarz, nome di punta di quell’effimero, appassionato e commercialmente poco fortunato movimento musicale (volendo, anche esistenziale) detto pub rock. Un movimento fiorito in Gran Bretagna da sementi quasi tutte americane. E se i loro principali compagni di palchi piccoli e fetentii, Dr. Feelgood e Graham Parker (*), assimilavano soul, r’n’b e rock’n’roll, gli Schwarz nacquero a fine anni ‘60 come studenti della Band e di quella musica bianca e ‘rurale’ che ancora non si chiamava Americana (i modelli più immediati furono gli statunitensi a Londra Eggs Over Easy). C’era però in loro, e soprattutto nel frontman Nick Lowe, un piglio ironico e un gusto per un’etica birra e freccette tutta inglese che si evolverà disco dopo disco.
La progressione del suono Brinsley Schwarz
Il caposaldo del periodo ‘country’ è Silver Pistol, mentre Nervous On The Road e The New Favourites Of Brinsley Schwarz sagomano definitivamente il concetto sonoro pub rock aggiungendo tocchi r’n’b, reggae e persino Philly Sound per una musica semplice e diretta in controtendenza rispetto ai coevi gigantismi prog e hard rock e in qualche modo precorritrice del punk.
Se qualche passaggio suona di maniera (e il primo, eponimo, album è ancora molto immaturo), assai più numerosi sono i momenti coinvolgenti quali Country Girl, The Last Time I Was Fooled, Silver Pistol, Surrender To The Rhythm, Don’t Lose Your Grip On Love, Nervous On The Road (But Can’t Stay At Home) e soprattutto (What’s So Funny ‘Bout) Peace, Love And Understanding, destinata alla fama nella versione di un grande ammiratore di Lowe e compagni, Elvis Costello.
La fine della storia
Le vivide note di copertina, firmate dal chitarrista e secondo compositore Ian Gomm, raccontano che il gruppo, con i suoi outfit provinciali fatti di jeans, camicie a quadri e magliette da negozio Oxfam, patì la maggiore attrattiva scenica dei gruppi glam e finì per sciogliersi di fronte al disinteresse dei discografici. E pensare che nel loro ultimo disco, It’s All Over Now, registrato nel 1975 e pubblicato con pochi riscontri tredici anni dopo, c’era la frizzante Cruel To be Kind, che Lowe reincise da solista nel 1979 portandola al numero 12 dei singoli americani. A loro, autentici militanti dell’insuccesso (come dimostra lo spettacolarmente fallimentare lancio promozionale del 1970), non sarebbe di sicuro accaduto.
I materiali extra
Ogni cd aggiunge al repertorio già noto una gran quantità di brani quasi tutti dal vivo, fra cui molte cover. In altre occasioni si tratterebbe di riempitivi, ma qui siamo al pub, dunque queste tracce sono perfette per apprezzare al meglio la dimensione conviviale di un gruppo che non si può definire imprescindibile, ma fa ancora star bene. Basta, come dicevano loro, arrendersi al ritmo.
(*) In realtà sia Graham Parker sia i D. Feelgood entrarono in scena qualche tempo dopo. Non a caso Parker convocò per i suoi Rumour due ex-Brinsley Schwarz: il chitarrista ritmico che aveva dato il nome al quintetto e il tastierista Bob Andrews.
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