Perfume Genius abbassa la voce ma continua a far rumore.
Glory (Matador) è il settimo album in studio di Mike Hedreas aka Perfume Genius. Album che, a quanto pare, ha convinto da subito la sua nicchia di pubblico e soprattutto la critica più esigente. Sinceramente non me lo aspettavo. Ho amato il Perfume Genius degli esordi, quello di Hood (2012), il cui video consiglio di rivedere alla luce dell’“onda alta” che sta arrivando dagli U.S.A. Ho trovato geniale un brano come Queen (da Too Bright 2014), e relativo video, altro pugno nello stomaco per benpensanti sostenitori dell’inesistente teoria gender. In seguito ho visto, e ascoltato con piacere, un artista interessante, ma senza la vena eversiva e spregiudicata delle origini.
Glory
Prodotto da Blake Mills (Fiona Apple, John Legend, Laura Marling) l’ultima fatica di Perfume Genius, ai primi ascolti, pare che proceda con passo incerto. A parte i primi tre singoli, It’s A Mirror, No Front Teeth e Clean Heart, decisamente gradevoli, il resto dell’album non colpisce nell’immediato, ma cresce con gli ascolti successivi per rivelarsi poi un gioiello emotivo, viscerale e spudoratamente onesto. Le questioni care al nostro vengono qui riproposte con toni apparentemente low-fi per poi mostrare un lato potente che pervade l’intero lavoro. Il tema del corpo viene presentato in vari stadi fino alla decadenza esposta in It’s A Mirror, il video meravigliosamente fastidioso vale il disco.
Amori sghembi, traversie famigliari e sensibilità complesse restano i punti cruciali di un disco fondamentale per un artista nel pieno della sua maturità. Musicalmente, a parte un paio di momenti più deboli, le melodie sono importanti, ben costruite e una piacevole tensione pervade le undici nuove tracce grazie a una serie di ritornelli ben articolati che rimangono impressi.
Le nuove canzoni
Siamo nell’ambito del pop di nicchia e raffinato con alcune spruzzate rock – vedi It’s A Mirror –, vari rimandi folk-country e momenti più orchestrali dove arrangiamenti maestosi, dolenti e corposi rendono Glory un album più che interessante. Non mancano alcuni aspetti criptici e poco digeribili, Capezio e Dion, ma si può procedere per arrivare ai momenti migliori. Oltre ai tre singoli, sui quali spicca la semplice e abboccata Clean Heart, Perfume Genius dà il meglio in Left For Tomorrow, Full On e In A Row, brani in cui sa fare il suo mestiere, alla sua maniera, sicuro di trasmettere l’immagine di sé allo stato attuale: complicata, fragile, imperfetta. Semplicemente geniale.
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