Long Time Coming: la ‘vagabonda’ Sierra Ferrell approda a Nashville
Long Time Coming è uscito in agosto per Rounder Records e già una simile etichetta per il primo album in studio non è poca cosa: da 50 anni infatti il meglio del panorama musicale Americana e roots esce da qui, oltre a qualcosa come 54 Grammy. E c’è di più: a soli tre mesi dall’uscita del disco, Sierra Elisabeth Ferrell nel mezzo di un tour ovunque sold out, incluse le date inglesi, e il 26 novembre debutterà alla Grand Ole Opry. Niente male per questa piccola ragazza di una piccola città della piccola e povera West Virginia, che a sette anni cantava Shania Twain nel bar del quartiere e che fino a 20 non aveva mai mangiato un avocado e non era mai uscita dal trailer park dove viveva.
La strana vita di Sierra Ferrell
Ma come Sierra ci racconta nella bellissima West Virginia Waltz, una delle 12 tracce del disco, se si è nomadi dentro prima o poi si parte e prima o poi ci si ferma. E quando ci si ferma a Nashville e si suona in uno dei tanti bar dove dalla mattina fino a notte fonda si fa musica, può capitare di imbattersi in qualcuno che, dopo averti seguito per un anno dal vivo, ti dice che firmerai un contratto. E se quel qualcuno è Gary Paczosa – che ha lavorato con Alison Krauss e Dolly Parton tanto per dirne due – beh… allora vuol dire che sei proprio brava. Vuol anche dire che, nonostante tutto sia business, ancora i talenti ci sono, basta solo scovarli.
Ma prima di approdare a Music City, Sierra di strada ne ha fatta davvero parecchia, su un van, sui treni, raccogliendo mirtilli nel Maine, pesche in Georgia, barbabietole in Nord Dakota e Montana, suonando a New Orleans in una ragtime band di sole ragazze fino alle strade di Seattle, ascoltando e assorbendo di tutto: un “cuore country e un’anima jazz”. Piglio alla June Carter, ironia alla Dolly Parton, una Loretta Lynn con il septum piercing, Sierra non ama però definire né se stessa né la sua musica, e con una voce retrò dal marcato drawl ci regala un album che è un mix di bluegrass jazz e calypso, e che suona tradizionale e nuovo al tempo stesso.
Long Time Coming: canzoni e situazioni
Supportato da una line up di altissimo livello fra cui troviamo Chris Scruggs, Jerry Douglas e l’amico Billy Strings (best bluegrass album 2021), Long Time Coming si apre con The Sea, ipnotico racconto d’amore, per poi passare a due gemme bluegrass come Jeremiah e Bells of Every Chapel. Ancora un cambio di registro per tornare all’amato oceano in Far Away Across the Sea, dove la tromba e la chitarra richiamano ritmi calypso, mentre in Why’d You Do It la fisarmonica e le percussioni ricordano un tango. Si torna poi alle ballate e all’honky tonk con Whispering Waltz, Made Like That, Give it Time, in un viaggio musicale sincero e fresco, fatto di amori perduti e ritrovati, di legami stretti e poi risolti; il tutto con una inconfondibile voce che, malgrado il lavoro di studio, non ha perso, per nostra fortuna, la sua originaria wilderness.
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