Collaborazioni a distanza per Elton John: The Lockdown Sessions
Dopo tanti dischi che si ispirano, che richiamano, che sono stati composto per il lockdown, eccone uno che ce l’ha direttamente nel titolo: Elton John – The Lockdown Sessions (EMI / Mercury) con tanto di mascherina sulla copertina raccoglie una serie di duetti realizzati a distanza dal musicista inglese, alcuni già pubblicati in altri dischi, alcuni composti in passato e ora reinterpretati, altri del tutto nuovi. In fondo, nell’era digitale tutto questo era già possibile e anche comune ben prima della pandemia; inoltre, secondo quanto dichiarato dallo stesso Elton John, questo modo di lavorare gli ha ricordato i vecchissimi tempi prima della notorietà, quando lavorava come session man negli studi, e l’interazione era ben poca.
Elton John e Dua Lipa
Vecchio e nuovo, dunque, sembrano essere gli elementi portanti di queste The Lockdown Sessions, ben simboleggiati dall’iniziale duetto fra Elton John e Dua Lipa, che è valso al nostro un ritorno in cima alla classifica UK: Cold Heart (PNAU Remix) è un’operazione furba, un mash up fra quattro canzoni del passato di Elton, inclusa Rocket Man, e in più si gioca la carta vincente della giovane star del pop inglese che non ne sbaglia una.
Elton John – The Lockdown Sessions: novità e canzoni già ascoltate
Always Love You unisce la melodia, magari un po’ sdolcinata, in cui il nostro è maestro, con ottimi interventi di Young Thug e Nicki Minaj, niente di inconsueto visto che Elton John ha sempre apprezzato il rap. Si vede bene anche nella già ascoltata The Pink Phantom, dall’ultimo album dei Gorillaz, in compagnia di Damon Albarn e 6Black, assurda nel mettere insieme le tre voci così diverse, eppure riuscita. Fra le già sentite c’è anche la cover di Nothing Else Matters dei Metallica apparsa nella collezione tributo alla band.
Le ballate lente mi paiono la cosa meno riuscita di The Lockdown Sessions, incluso il singolo in cui Elton John duetta con Charlie Puth, After All, e Chosen Family con la pur brava Rina Sawayama, che compone. Ovviamente bella (difficile rovinarla peraltro) la cover di It’s a Sin dei Pet Shop Boys, eseguita con Years & Years / Olly Alexander, anche qui scelta furba visto che la canzone ha dato il titolo alla fortunata miniserie con Alexander protagonista.
Altre celebrità del progetto sono Eddie Vedder con il quale Elton esegue l’unico pezzo rock (n’roll) della raccolta, E-Ticket. Il duetto con Stevie Wonder ha una certa classe, e come potrebbe essere altrimenti, nonostante un eccesso di cori enfatici. E poi Stevie Nicks, Brandi Carlile …. Insomma non si fa mancare niente Elton John e alla fine il disco si ascolta, pur senza una particolare coerenza interna, con qualche salto in avanti quando le ballate sono troppo edulcorate e annoiano.
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