Silent Carnival - My Blurry Life

My Blurry Life: il disco “dell’instabilità” dei Silent Carnival

Nel presentare il quarto lavoro dei Silent Carnival Marco Giambrone premesso che “l’instabilità è la chiave di lettura di questo disco. Del sentirsi ovunque fuori posto, estraneo a tutto e a tutti”. Queste parole colgono in pieno la sensazione che ci coglie al momento dell’ascolto, a cui aggiungerei  anche il senso di fragilità, di incertezza. Infatti My Blurry Life è opera nebbiosa, immersa nelle varie sfumature del grigio; se non sapessimo che il musicista vive nella lussureggiante e coloritissima Sicilia, terra dai contrasti forti e poco sfumati, localizzeremmo il disco come proveniente da terre brumose e malinconiche. Del resto la copertina del disco, uscito in digitale e cd, dipinge perfettamente le atmosfere create dalle otto canzoni in continuità stilistica con quelle dei precedenti lavori.

Chi sono i Silent Carnival di My Blurry Life

My Blurry Life è curatissimo, forte di una buona scrittura e soprattutto di arrangiamenti non solo molto attenti, ma che riescono davvero a tirar fuori una tavolozza estremamente varia di emozioni grazie alla ricca strumentazione e alla partecipazione di valenti musicisti alcuni dei quali, come la tastierista Caterina Fede e il bassista Alfonso De Marco, formano l’organico della band sin dagli esordi. Altri, come il violoncellista Andrea Serrapiglio e Luca Serrapiglio ai fiati, hanno spesso collaborato al progetto; infine in due brani presta la sua voce Marcella Riccardi dei Frank Delano. Il loro apporto rende la musica apparentemente monocorde tipica dello slowcore ricca di sfumature e vibrazioni che rendono le canzoni del disco delle preziose filigrane.

My Blurry Life canzone per canzone

Le note scure del violoncello aprono il disco immergendoci da subito nel mood malinconico, lento, nostalgico del disco. Broken Pictures è cantata su toni tenui da Giambrone con Marcella Riccardi sulle fragili note del piano e della chitarra. Jenny Saville è una magnifica canzone dall’andamento ipnotico impreziosita dalle pregevoli tremolanti tessiture dei fiati mentre una batteria spettrale sembra collocarci fuori dal tempo. Seguono i languori ancestrali di una Take Shelter che vira nel finale verso un allucinato shoegaze, il dream pop polveroso di Three Veils, la cupa elettronica di Touching the Land, l’ariosa e sognante ballata Circle, una desolata Crumbling Days sotto influenza di Nick Cave. Chiude l’album Crime, cantata da Caterina Fede su una batteria sulfurea e una ipnotica linea di basso, un brano intrigante, bello e difficilmente catalogabile.

My Blurry Life è distribuito da tre etichette, Dischi del Minollo, Toten Schwan e Vollmer Industries, ed è stato registrato nello studio casalingo di Giambrone che l’ha scritto, arrangiato e missato durante la pandemia. Giunge a cinque anni dal precedente Somewhere ed è fra le cose più belle e interessanti ascoltate nell’anno appena trascorso e non solo in ambito italiano.

Silent Carnival - My Blurry Life
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Nato nel 54 a Palermo, dal 73 vive a Pisa. Ha scritto di musica e libri per la rivista online Distorsioni, dedicandosi particolarmente alla world music, dopo aver lavorato nel cinema d’essai all’Atelier di Firenze adesso insegna lettere nella scuola media.

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