Arlo Bigazzi - Elena M. Rosa Lavita - D'altronde sono sempre gli altri

Arlo Bigazzi ed Elena M. Rosa Lavita come moderni Virgilio e Dante…

Quando un titolo ha già la capacità di risvegliare in chi lo  legge un pensiero, sia esso auto o eteroriflesso, già per me si comincia bene.

Il lavoro prodotto in questo inizio 2024 dall’inedita coppia costituita da Arlo Bigazzi, un Virgilio della musica altra italiana e non solo (basta sfogliare il Big Catalogue della etichetta condivisa con il fratello Giampiero e Francesca Pieraccini, tutt’ora validissima presenza e pazienza  – con me… –  per vedere che approccio cosmogonico agli ascolti ha offerto in questi anni tramite Materiali Sonori) e da Elena M. Rosa Lavita, una neo Dante il cui fervore vitalistico è proprio più di una mente per giovine anagrafe irrequieta che di un incosciente hic et nunc  (per lei già una cospicua dose di produzioni interessanti), è un autentico colpo di fulmine che non si limita ai canonici tre gironi della Divina opera, ma parla dell’oggi, che di Commedia ha ben poco e di Tragedia assai.

D’altronde sono sempre gli altri: un’ispirazione ‘michelangiolesca’

Dagli esiti di una collaborazione a distanza  durante la quale non si sono affatto incontrati, per Luca Giuoco ed il progetto Collettivoinconscio vol.1, i due traggono una marmorea e michelangiolesca ispirazione che parte dal basso, polisemicamente sia lo strumento sia alchemicamente ciò che conduce all’alto e, attraverso tutte le sue declinazioni sonore,  rivelano una capacità di trasmettere una epifania sonora che conduce verso mondi introspettivi oggi sempre meno visitabili.

L’appetiser costituito dal Manrovesci EP uscito da pochi  mesi prepara pavlovianamente al piatto più ricco ed ecco quindi che D’altronde sono sempre gli altri inaugura questo anno già curvo di milioni di speranze per una tavola sonora pronta a sostenerle.

Il dialogo sonoro tra Arlo e Elena è a tratti circospetto, può rammentare la sensualità del tango senza usarne lo stilema nelle ipotetiche movenze, può essere visto come un ruotare armati del proprio strumento in circolo attendendo chi sferri la prima nota e versi la prima emozione, può essere pagana seduzione dove il ruolo di sacro e profano dissuade e persuade, un fuoco al centro, due druidi.

Musica senza voci ma con molte parole dentro

Incredibile poi come non si senta affatto alcuna voce ma si percepiscano nei suoni parole, questo non solo dovuto all’evocatività dei titoli , si cita la title track con “a morire” come moratoria ma non moralistica chiosa, ma anche “11°giorno colpo apoplettico spirituale”, “ Indipendenti dagli avvenimenti esterni” e”Ahi Italia Serva di dolore Ostello” (…proprio dell’Alighieri citazion). Ma come in ipotetici nastri di Raudive più ci si pone in ascolto e più ognuno sentirà quello che necessiterà di sentire come in un catartico e a tratti doloroso processo di pulizia dell’anima.

Siamo comunque dalle parti di musica estremamente rara all’odierno in quanto frutto di una cultura che di effimero non ha neppure il dizionario sonoro ma parla in lingue futuristicamente arcane.

Disco da consumare.

 

Arlo Bigazzi - Elena M. Rosa Lavita -  D’altronde sono sempre gli altri
8 Voto Redattore
0 Voto Utenti (0 voti)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

 

 

print

Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.