Sudan Archives e le tante (troppe?) idee di Natural Brown Prom Queen
Un brano che si interrompe, un disco che riparte. Una tromba in sordina quasi jazz (Brandon Woody), un piano elettrico (Kafari). Infine il pulsare ritmico prende il sopravvento e si trasforma in Homemaker, canzoncina accattivante che apre Natural Brown Prom Queen (Stones Throw Records), il secondo album di Sudan Archives, nome d’arte di Brittney Denise Parks da Cincinnati, Ohio.
Chi è Sudan Archives
Violinista e pluristrumentista, un’adolescenza punk alle spalle, studi di etnomusicologia che l’hanno portata a scoprire in Africa i suoi punti di riferimento musicale, Sudan non ha paura di spiazzare l’ascoltatore, né di affermare la propria individualità. “Non sono nella media / non sono nella media / non sono nella media”, ripete in NBPQ (Topless), brano che ha idee per un disco intero. E aggiunge: “A volte penso che se fossi di pelle chiara / Allora andrei a tutte le feste / Vincerei tutti i Grammy, renderei felici i ragazzi”.
Il magma sonoro di Natural Brown Prom Queen
La sensazione è che in questo disco niente è come dovrebbe o potrebbe essere. Il breve interludio di Is This Real? (Can You Hear Yourself?) arriva al momento giusto: è vero tutto ciò? Non c’è modo di saperlo. Ciara (come Milk Me, più avanti), vive sul contrasto tra un suono soave e un testo erotico al limite del pornografico (se qualcuno insiste a distinguerli). Il meglio arriva nei momenti in cui nel magma sonoro riesce a farsi strada il violino mai banale di Sudan; il peggio quando la banalità prende il sopravvento. O forse quando ci si arrende stremati, smarriti e incapaci di orientarsi. C’è ancora tempo per una splendida (hyper)ballad come Homesick (Gorgeous & Arrogant).
Mescolando l’elettronica con il rock, l’hip hop con l’rnb, l’artista reclama dedizione totale, la stessa partecipazione e consapevolezza richieste da un piano-solo di Keith Jarrett. Pena l’esclusione immediata. Certo, si può ripartire da capo, ma ogni volta il disco suona diverso, perché nel frattempo il tempo è passato e niente è più come prima.
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