Help Us Stranger live, biglietto da visita per The Raconteurs.
![The Raconteurs – Help Us Stranger](https://i0.wp.com/www.tomtomrock.it/wp-content/uploads/2019/06/1554216663RaconteursHelpUsStrangerFrontCover1-1561408824-640x640-300x300.jpg?resize=300%2C300)
Nei concerti di presentazione del disco in uscita, Help Us Stranger, The Raconteurs (o meglio, immaginiamo, Jack White) hanno imposto un sistema di custodie sigillate per impedire l’uso dei cellulari durante i concerti. Al contrario di Bob Dylan, che semplicemente non ama essere fotografato, per Jack White il discorso è differente. Lo scopo è far vivere un concerto ‘alla vecchia maniera’. In un certo senso è già un’indicazione per l’ascolto di Help Us Stranger: un disco anch’esso ‘alla vecchia maniera’. Chitarre e canzoni all’insegna del rock.
The Raconteurs tornano con Help Us Stranger
The Raconteurs tornano al completo. Oltre al leader, ci sono Brendan Benson, Patrick Keeler e Jack Lawrence. Più qualcuno dei collaboratori consueti, come Dan Fertita. Benson, sparito da un po’, scrive con Jack White tutte le canzoni, tranne la cover di Hey Gyp (Dig the Slowness), brano composto da Donovan nel 1965.
Dall’ultimo Consolers of the Lonely sono trascorsi 11 anni, ma non si sente, perché la formula resta la stessa nel bene e nel male.
Help Us Stranger fra riff e ballate
Si parte con il riff sostenuto di Bored and Razor, che passa subito al chorus piuttosto efficace. È un buon biglietto da visita. La quasi-title-track, Help Me Stranger, palesa subito una delle influenze dei Raconteurs 2019, ossia i Rolling Stones primi anni ’70, seppure con il chitarrismo nervoso di Jack White.
C’è poi il coté ballate. La prima della scaletta è l’acustica Only Child, uno dei pezzi cantati da Brendan Benson, ed è un successo. La cover di Donovan è fedele, ma le chitarre elettriche sostituiscono quelle acustiche, trasformando Hey Gip in un garage-rock serrato. Altrove prevale un rock che si vorrebbe d’annata, ma che risulta un po’ by numbers, con grossi riff e poco altro (Don’t Bother Me, Sunday Driver). Certamente The Raconteurs fanno meglio quando virano sulla ballata, dove le qualità melodiche emergono di più. Come nella conclusiva e bella Thoughts And Prayers, il momento migliore dei The Raconteurs di Help Us Stranger. Anche grazie al violino di Lillie Mae Rische, musicista sotto contratto con la Third Man di Jack White.
Un ritorno con stile per Jack White e The Raconteurs
Certamente Help Us Stranger farà felici quanti sentono la mancanza di dischi con chitarre a tutta. Allo stesso tempo il Jack White dei White Stripes e degli esordi da solista aveva fatto sperare in un rock capace di guardare avanti, non solo indietro. Peraltro, i tentativi di andare oltre il cliché rock non sempre lo hanno ripagato. Su Help Us Stranger, circondato da collaboratori di fiducia, gioca sul sicuro, ma lo fa con una certa classe.
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