L’impegnativo ritorno di Tamara Lindeman/ The Weather Station.
![The Weather Station - The Weather Station | recensione](https://i0.wp.com/www.tomtomrock.it/wp-content/uploads/2017/10/The-Weather-Station-The-Weather-Station-recensione-300x300.jpg?resize=300%2C300)
Quando il disco precedente è una roba vicina alla perfezione come Loyalty, il ritorno in sala d’incisione per un nuovo progetto può essere difficile per chiunque. Con questo ingombrante fardello Tamara Lindeman (o The Weather Station) ha dovuto certamente rimboccarsi le maniche. E così la ritroviamo anche in copertina.
A parte gli scherzi, se nel rotondo e confessionale Loyalty l’introspezione dei testi era coniugata con i tocchi delicati e acustici degli strumenti, qui tutto è più esplicito, persino aggressivo e rude, almeno in certi momenti. L’organico, rispetto ai tre quattro musicisti di quel disco, sale di numero fino a contarne un’ampia quindicina, e la differenza si sente.
Il nuovo disco di The Weather Station spiazza
Di fronte alle nuove canzoni di The Weather Station un comprensibile spiazzamento si insinua, all’inizio, per chi si aspettava un seguito diretto e rassicurante. Ed è così per un paio di ascolti. Ma la nuova veste delle canzoni si distingue, per varietà, spazio e originalità degli arrangiamenti.
La cantautrice ed ex-attrice canadese ha prodotto in proprio il disco e, come si usa spesso per marcare un nuovo territorio sonoro, lo ha lasciato senza titolo. Da sé ha quindi composto alcuni arrangiamenti d’archi che estendono ancor più il range sonoro, ammettendo però, sotto questo aspetto, una futura difficoltà nelle uscite dal vivo. Le canzoni, infine, sono molto più varie, sia nei testi, più arrabbiati e inquieti, che nella forma. La voce, quasi nascosta nel mix in Loyalty, si trova sempre in primo piano, urgente e determinata, spesso a scapito delle melodie.
The Weather Station o la sicurezza dei propri mezzi
Non si sa se questa strada, impervia e coraggiosa, verrà confermata in futuro, ma di certo la Lindeman ora ci guarda in faccia, ben piantata sui talloni, in un atteggiamento di sfida. Tutto il contrario della copertina di Loyalty, dove l’artista, di spalle, si confrontava, forse, con il proprio passato.
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