Villagers - The Art Of Pretending To Swim | Recensione albumDomino Records - 2018

Conor O’Brien/Villagers gioca a complicare le sue canzoni.

Villagers - The Art Of Pretending To Swim | Recensione album
Domino Records – 2018

Cantautore delicato e malinconico, Conor O’Brien ha prodotto, sotto lo pseudonimo di Villagers, una manciata di dischi sempre un po’ algidi ed autunnali. Questa volta, quindi, si presenta allo scoccare della stagione giusta. Il sole brilla ancora caldo, ma la stagione delle foglie morte incombe, la vendemmia è finita e le scuole sono iniziate…

L’ultimo lavoro del trentaquattrenne irlandese è stato Where Have You Been All My Life?, un profondo  remake di alcune canzoni dal suo disco più complesso, Darling Arithmetic (2015). Nella nuova versione le le canzoni venivano spogliate e riarrangiate per un piccolo gruppo di musicisti – un’operazione forse  superflua, ma di buon gusto e con un paio di inediti interessanti.

The Art Of Pretending To Swim e le sue stranezze elettroniche

Nel nuovo The Art Of Pretending To Swim O’Brien si lancia con convinzione alla ricerca  di nuovi ambienti sonori. L’essenza delle canzoni cambia poco, anzi pochissimo, però i suoni si presentano subito diversi, con l’impiego inedito  di basi e congegni elettronici. All’inizio c’è semplicemente  un beat metronomico, poi succede di tutto: sintetizzatori analogici, azzardati suoni digitali, campionamenti hip-hop e ritmi da club che sembrano rubati agli Everything But The Girl più discotecari.

Villagers: l’arte della sperimentazione rassicurante

Ma, ascoltando bene, le canzoni seguono in realtà il solito filone intimista. Dove  la componente sintetica è meno significativa ci sono archi fulgidi o dissonanti come nella bella sequenza finale costituita da  Hold Me Down e Ada, brani che sembrano ritornare ad una dimensione più consueta. Si può azzardare che il nostro  Conor, come sembra suggerire il titolo, intendesse nuotare come un pesce tra le righe delle sue canzoni, inserendo qua e là elementi estranei o di disturbo, magari giocando con le nuove tecnologie disponibili in studio.

Considerando che O’Brien ha anche prodotto il disco da sé,  la missione sembra riuscita in pieno, almeno nell’ottica di un disco un po’ sperimentale ma rassicurante.

 

Villagers - The Art Of Pretending To Swin
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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