Un duo chiamato Better Oblivion Community Center.
L’album è una collaborazione a due, quindi poteva tranquillamente chiamarsi Conor & Phoebe, o viceversa, e invece no, è passata la linea “facciamolo strano”. Better Oblivion Community Center suona veramente assurdo, un nome più adatto ad un centro di recupero da qualche dipendenza che a una band indie; comunque, da uno che ha iniziato come Bright Eyes ce la potevamo aspettare.
Nascita e sviluppo del progetto Better Oblivion Community Center
Questa collaborazione nasce con il cameo di Oberst nel primo disco di Phoebe Bridgers, l’interessante Strangers In the Alps, nel quale cantava in uno dei brani, Would You Rather. Lei è una ventiquattrenne cantautrice californiana del genere un po’ sussurrante e deprimente, quindi l’abbinamento con Oberst funziona piuttosto bene. Le due voci si completano, spostando l’equilibrio armonico rispetto al tono un po’ monocorde del cantautore.
In mezzo alle belle e malinconiche ballad, i due si concedono anche due/tre brani di diverso orientamento. La vera eccezione del disco è (nomen omen) Exception To The Rule, con il suo tappeto di synth anni ‘80, quasi un singolo; un’altra, a dispetto del titolo, è la ritmata Sleepwalkin’ dove si intuisce, rispetto alle altre tracce, la voglia dei musicisti (tra i quali alcuni Dawes) di essere una vera band, con tanto di attacco ‘contato’.
Il resto è comunque assai buono, nell’ambito del genere, con brani che a volte incalzano come My City o divertono per arguzia come Dylan Thomas. Ma i due se la giocano alla grande quando salgono il male di vivere e una certa dose di depressione; in questo senso sono imperdibili il brano d’apertura, I Didn’t Know What I Was Here For e la gelida Chesapeake.
Musica e capelli di Phoebe Bridgers e Conor Oberst
Pollici in alto, quindi, ma sopportiamo a fatica il nuovo taglio ‘capellone’ di Conor (inguardabile) e l’abbagliante platinato di Phoebe; per fortuna Tomtomrock non è, almeno per ora, una rivista di gossip musicale…
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