Sinkane -Mean Love

Sinkane –  Mean Love

Capita che certi dischi ti sfuggano, o che il loro ascolto venga preceduto da altri o ancora che dopo un primo ascolto non si ritenga di dover approfondire: questo è successo per Mean Love, l’ultimo album di Sinkane, che merita un banale, e doveroso, “scusate il ritardo”. Forse perchè di afrodiscendenti che si “contaminano” col pop-rock occidentale ne abbiamo, ormai, visti troppi e la “musica etnica” tout court ha fatto il suo tempo. Niente di più sbagliato. Intanto “musica etnica” non vuol dire più nulla. Da tempo parecchi musicisti africani ci chiedono perchè quando loro parlano di musica non africana la chiamano musica europea, inglese, italiana, americana eccetera e noi quando parliamo di musica africana parliamo di “musica etnica”.
Polemiche a parte, Ahmed Gallab, in arte Sinkane, anglo- sudanese di nascita e americano di adozione, giunge al quinto album in studio affermandosi come artista a tutto tondo con caratteristiche peculiari. Mean Love è un album denso. Al suo interno c’è tutto quel che ha reso grande la black music shakerata col brit-pop e spruzzata di quel ruffiano african touch che non guasta mai. L’operazione è riuscita in pieno e Mean Love accontenta tutti con pezzi più che decorosi e ben costruiti.
Lasciamoci dunque trasportare da brani come il singolo How We Be con il suo incedere funky o la strampalata quanto divertente Omdurman, il tutto condotto dalla voce di Sinkane che ,“etnica” o meno, è decisamente degna di nota.
8/10
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Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

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