Ormai dei veterani della scena indie, i tedeschi Notwist firmano con Close To The Glass uno dei momenti più interessanti della loro carriera. Diviso tra minimalismo elettronico e un suono chitarristico più consueto, il disco convince soprattutto nella prima veste; le iniziali Signals e Close To The Glass, Kong sono quasi un manifesto delle potenzialità dei Notwist; mentre canzoni come Casino, 7 Hours Drive, Steppin’ In stentano a decollare e risultano poco incisive. Difficile dire se questo navigare tra sponde così differenti sia voluto; probabilmente sì, dal momento che il quartetto ha fatto della varietà una delle sue caratteristiche precipue e che anche il loro precedente di maggior successo, Neon Golden, sebbene più virato verso ritmiche quasi-dance, andava già in tale direzione. Avremmo preferito una svolta elettronica più netta, ma anche così Close To The Glass è un disco non imperdibile, ma certo piacevole.
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