Warpaint, quartetto di Los Angeles, alla seconda prova
Fra le prime uscite di peso del 2014, il seguito di The Fool prodotto da Flood, autorità in campo new wave e indie-rock (dai Depeche Mode a Nick Cave a PJ Harvey agli U2 tanto per dirne soltanto alcuni), dovrebbe dire qualcosa di definitivo sul talento del quartetto losangelino Warpaint. Si comincia con un’introduzione atmosferica che sfuma nella prima vera canzone, la buona Keep It Healthy, che lascia poi spazio al bel singolo Love Is To Die; meno aspro, più virato al pop minimalista rispetto all’esordio, l’inizio di Warpaint convince molto e mostra una strada nuova, e migliore, per la giovane band.
Un disco alterno
I problemi, però, cominciano subito dopo: le successive tre canzoni (Hi, Biggy, Teese) solo leggere ai limiti dell’evanescenza. Con Disco//very ecco un nuovo (piccolo) colpo di scena: il basso si fa più potente e l’incedere ha un che di post punk ossessivo in grado di riportare il disco su un buon livello, confermato subito dopo dalla lenta e, per la band insolita, Go In. Anche i brani finali presentano la medesima alternanza di buoni momenti e di vuoti. Alla fine, insomma, Warpaint è tutto tranne che definitivo. Il talento non manca, ma un po’ di sostanza e di continuità in più sarebbero necessari per lasciare davvero il segno.
7/10