di Marina Montesano
Tradizionalmente, il rap anche più del rock è stato legato a stili ‘locali’: quello di New York opposto a quello di Los Angeles, un suono ‘sudista’, Detroit e il nord; per non parlare dei quartieri: Compton, il Queens e così via. Dopo l’epoca d’oro di Compton, degli NWA, di Tupac, di Dr. Dre la scena losangelina ha conosciuto una fase di declino notevole, dalla quale la risollevano oggi giovani rapper (come Kendrick Lamar oppure i vari Odd Future) che però hanno un suono ormai differente dal passato. Poi c’è il revival. YG con il suo esordio My Krazy Life appartiene a quest’ultima categoria e non è un bene, perché i modelli ai quali si ispira non sono facili; il g-funk, il primissimo Snoop Doggy Dog parevano leggeri e godibili, ma questa è la materia di cui sono fatti i classici. YG non è un granché come rapper, monocorde, lento e poco ritmico; la produzione di Dj Mustard ci prova, ma spesso le sue tracce sembrano semilavorati di Dre. Qui e lì (My Nigga, Who Do You Love con Drake, Really Be con Kendrick) il livello si alza, ma per arrivare giusto alla sufficienza.
6/10
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YG – Who Do You Love