Per festeggiare l’uscita del live dei The Cure, Songs Of A Live World: Troxy London (i cui proventi vanno all’associazione War child), pubblichiamo la traduzione del testo di uno dei suoi momenti più forti: I Can Never Say Goodbye, composta da Robert Smith per la morte di suo fratello Richard. La canzone ha avuto una lunga gestazione ed è stata provata anche dal vivo (come peraltro molte altre canzoni da Songs Of A Lost World) diverse volte fino a trovare la forma più soddisfacente.
Come ha detto Robert Smith; “Stavo cercando di trovare il giusto equilibrio tra lo sfogo che ho avuto dopo l’evento e il tentativo di prendere la parte giusta di quello sfogo per metterla in una canzone,” ha detto. “Alcune versioni erano così eccessive. Pensavo fossero fantastiche, poi le suonavo ad altre persone e loro dicevano: ‘È troppo, non puoi suonare questo’. Mi sono reso conto che avevano ragione. Fare quella canzone dal vivo, a volte mi spezzava davvero e diventava difficile non andare sopra le righe”.
The Cure – I Can Never Say Goodbye
Il tuono che rotola
per affogare la luna di novembre
nella fredda pioggia nera.
Questo fulmine squarcia il cielo
e sussurra il suo nome.
Lui deve svegliarsi.
L’amore sta scivolando via.
Ascolta le campane oltre il mare,
è quasi troppo tardi.
Le ombre si avvicinano sempre di più
e non c’è più nessun posto dove nascondersi.
E non riesco a svegliare questo sonno senza sogni,
per quanto ci provi.
Sono in ginocchio
e vuoto dentro.
Qualcosa di malvagio sta arrivando*,
dalla notte crudele e traditrice.
Qualcosa di malvagio sta arrivando,
per rubare la vita di mio fratello.
Qualcosa di malvagio sta arrivando,
non potrò mai dire addio.
Non potrò mai dire addio.
Qualcosa di malvagio sta arrivando,
dalla notte crudele e traditrice.
Qualcosa di malvagio sta arrivando,
per rubare la vita di mio fratello.
Qualcosa di malvagio sta arrivando.
*Something wicked this way comes è la frase che William Shakespeare fa pronunziare a una delle tre streghe all’avvicinarsi di Macbeth una volta che la sua trasformazione in assassino è completa: ‘qualcosa’ invece di ‘qualcuno’ indica la malvagità incarnata che ha ormai preso il posto dell’umanità. È anche il titolo di un celebre racconto pubblicato nel 1962 da Ray Bradbury.