Priests – Nothing Feels Natural RecensioneSister Polygon Records - 2017

Priests – Nothing Feels Natural.

Priests – Nothing Feels Natural Recensione
Sister Polygon Records – 2017

Originari di Washington DC, dopo essersi prodotti in alcuni interessanti EP, i Priests pubblicano ora Nothing Feels Natural. Il loro primo album in studio per l’etichetta indipendente Sister Polygon Records, di cui sono essi stessi proprietari.

Nothing Feels Natural è un disco d’esordio eclettico

I Priests si compongono di 4 elementi. La lead vocalist Katie Alice Greer, la batterista Daniele Daniele, e, bravissimi, il chitarrista G.L. Jaguar e il bassista Taylor Mulitz. Si muovono con sicurezza nel solco del punk e garage rock, ma osano sperimentare e sporcano il suono con elementi jazz, funk e psichedelici. Dando vita a un lavoro complesso, difficilmente riducibile a una sola dimensione e mai banale.

Già con la prima traccia, Appropriate, siamo catapultati nel bel mezzo di un universo punk rivisitato e aggiornato.  Vi domina la batteria di Daniele Daniele che, specie sul finale, accelera per accompagnare la voce di Katie Alice Greer in spericolati intrecci con chitarra e basso. Vi si unisce, per l’occasione, il sax di Luke Stewart, apprezzato musicista jazz. JJ e Pink White House sono le prime tracce estratte dal disco e pubblicate assieme a bizzarri video ironici e surreali. La prima, JJ, sublima in una esplosione di rabbia la tristezza e la malinconia del ricordo di un amore finito male:

“When I met you, you were just a bad attitude, I can’t believe I always had such awful taste…” canta la Greer.

I Priests: una band fra dimensione personale e politica

Pink White House, invece, traccia pubblicata qualche giorno prima delle elezioni presidenziali americane di novembre, è a tratti premonitoria. I Priests ci parlano di una possibile apocalisse politica – poi puntualmente verificatasi. Fra le tracce più belle Leila 20, dall’atmosfera sognante e rarefatta. Magnifico intreccio sonoro di chitarre (vi compare come guest il chitarrista Jenel Leppin), batteria e basso, in cui brilla la voce della Greer in tutta la sua purezza.

Priests – Nothing Feels Natural Recensione

Infine non possiamo non citare la title track, dalle sonorità decisamente darkwave, in cui emergono allusioni ai Cure mescolati ai Sonic Youth. E’ un album cupo e nihilista Nothing Feels Natural. Dimensione personale e dimensione politica si intrecciano in tutte e dieci le tracce. Dando voce a un mondo a tratti allucinato, a tratti invivibile, ma sublimato dalla musica.

Sono una bella scoperta i Priests. L’album che ci propongono e che sarà disponibile a partire dal 27 gennaio è decisamente godibile e già possiamo collocarlo fra i migliori ascoltati in questo debutto d’anno. Nothing Feels Natural è già disponibile in streaming sulla piattaforma NPR First Listen.

Priests – Nothing Feels Natural
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Milanese trapiantata a Parigi, fra filosofia e diritto, le mie giornate sono scandite dalla musica. Amo la Francia, il mare e il jazz. I miei gruppo preferiti ? I Beatles, i Radiohead, gli Interpol e gli Strokes.

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