Testo del mese: Kate Tempest Perfect Coffee TraduzioneIllustrazione di Alberto Valgimigli

Dall’eccellente Let Them Eat Chaos, uno dei testi più efficaci di Kate Tempest: Perfect Coffee.

Testo del mese: Kate Tempest Perfect Coffee Traduzione
Illustrazione di Alberto Valgimigli

Nell’appartamento al primo piano
Nella vecchia casa sgangherata con la veranda rotta e il campanello giocattolo
Le luci sono ancora accese
Zoe tiene la musica a basso volume, ha una bottiglia che sta finendo
Tutto è riposto nelle scatole
E’ stata una notte lunga passata a inscatolare
Vestiti dentro sacchi neri dell’immondizia, adesivo ancora lì a sporcare la vernice delle pareti
Cosa cazzo è tutta questa roba?
C’è il segnale stradale rubato da Via della Sveltina
Magliette e abiti, poster, cd, sottobicchieri buffi, la tv rotta, la cartolina di compleanno che sua sorella ha fatto per lei in un passato lontano quando ha compiuto tredici anni, roba per i capelli, libri, lettere d’amore che non può cestinare.
E fuori, la notte, e dentro, l’ultimo saluto
L’edizione limitata delle Air Max 1 10
Un busto di Che Guevara, completo di sigaro ornamentale di vetro
Il proprietario ha pianto miseria per anni, non ha mai riparato la doccia e la muffa ha continuato a crescere sui muri della cucina
Adesso lo rifarà carino, è sicuro
Lo ridipingerà, triplicherà l’affitto
E lo avrà, di certo
Zoe ha solo poche ore ancora per impacchettare e svuotare la stanza
Va alla finestra, guarda la strada, accende una sigaretta.
Sono le 4.18.

Gli squat dove facevamo festa
Gli appartamenti che non ci possiamo permettere
Gli immondezzai dove ballavamo
Sono stati tutti restaurati
Le pinte stanno per finire
Il personale è bello e annoiato
Temi che stia per accadere anche qui
Si sta ritorcendo contro di te

Non sembra più casa mia
Non parliamo la stessa lingua
Da quando c’è questa enoteca?
Prima era un bingo
Ho camminato per queste strade tutta la vita
Mi conoscono come nessun altro
Ma ora sono cambiate
Non ne sento più i sussulti
Va bene, va bene, il concetto è chiaro
A chi appartiene questa città che non mi vuole più?
Ormai ho la visione del futuro: uno schifo
Londra è un fortino cinto da mura, è tutto per i ricchi
Se non sei all’altezza non sei niente e lì c’è la porta
Prendi le cose malmesse, rifalle nuove, rivendile
Fatto su Misura*, lo capiscono tutti
Va bene, amico, fai lievitare i prezzi
E sorridi con i tuoi amici nei nuovi nightclub alla moda
Le mie vie sono state scarificate, ripavimentate
Nuovi tragitti per i pendolari
Cerco i segni del passato, i vecchi graffiti che una volta significavano essere a casa
Ma a quanto pare ogni habitat sarà uniformato prima o poi

E allora vado avanti
Non ho niente da perdere
Sarò l’invasore di qualche altro quartiere
Sorseggerò un caffè perfetto pensando “è piuttosto buono”.
Mentre la gente del posto stringerà i denti e sussurrerà “ecco un nuovo stronzo appena arrivato”.
Non vedo altro che appartamenti di lusso abitati da gente dall’aria triste
Maschere di gomma profumate che esalano piacere
Tutti ammettono di avere una qualche attrazione fatale
Non c’è mai stato niente, c’è solo il per sempre
Torri torreggianti di appartamenti chic, ponteggi che tremano
La metropolitana scoppia delle mille parole dei passeggeri
Entra in città con il suo rombo, siamo come avvoltoi
Che rovistano nella fogna in cerca di sostentamento
Facciamoci una vita allegra tutta feste, spalla a spalla nella muffa, sì
Facciamo ciò che ci viene detto
Siamo Sisifo che spinge il suo masso.
I ragazzi stanno bene**, ma i ragazzi diventeranno vecchi.

*Nell’originale “Make it Bespoke”: è anche una marca inglese di arredi
**The kids are alright: come il celebre titolo degli Who

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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