Nel ricordo di Luigi Tenco il Festival di Sanremo alle prese con la pandemia.

Era il 1967, proprio il 27 gennaio, quando Luigi Tenco decideva che la sua partita, non solo con la musica e con le canzoni, ma soprattutto con la vita sarebbe finita proprio a Sanremo. Ciao Amore, Ciao è una canzone che racconta dei fallimenti, dell’emigrazione, dal punto di vista personale e quindi universale, ed è l’ultimo graffio di un artista capace di attraversare i tempi con un’autonomia di giudizio rispetto alla cosiddetta canzone d’autore che ancora oggi è straordinaria.

Il ‘cinismo’ del Festival

Con Festival di Francesco De Gregori, anni dopo, si sarebbe sottolineata pure l’ineluttabilità dello spettacolo, della macchina che a tutti i costi deve portare avanti un’esibizione che talvolta può rasentare il cinismo. Così, ricordando la scomparsa di Tenco tanti anni dopo, le notizie che riguardano il Festival di Sanremo, come l’ha definito Amadeus “70 +1”, possono anche lasciare interdetti.

Si è parlato di una nave che dovrebbe contenere il pubblico, forse anche manager e uffici stampa, poi si è proposto di fare interpretare la parte del pubblico a figuranti, nelle ultime ore si brancola in un buio che in realtà ha, o meglio avrebbe, come unica certezza il fatto che il Festival, anche quest’anno si farà.

Ancora il Teatro Ariston

E si farà proprio al Teatro Ariston, uno spazio che nelle riprese televisive non sembra assolutamente angusto e striminzito come in realtà è per tutti quelli che lo hanno visto, ci si sono esibiti, lo hanno criticato come postazione un po’ insensata per una rassegna così importante.

È evidente che dare fiato alla musica, in un momento come questo, è importante, è anche altrettanto evidente che nel momento in cui in un teatro verrà data la possibilità di suonare a musicisti, di concorrere, pur negli intenti di uno spettacolo televisivo, sarà difficile negare ad altri artisti, ad altri palcoscenici, ad altre strutture la possibilità di fare lo stesso. È quindi lungo un crinale pericoloso, che ricorda proprio la canzone del Principe, che si sta svolgendo questa scommessa con la musica, con la trasmissione televisiva e soprattutto con i ricavi economici o le perdite disastrose che questa manifestazione potrebbe  generare in un caso o nell’altro.

Festival di Sanremo 2021 sì o no?

Il sottoscritto non ha un’opinione definita, è combattuto fra la voglia di partecipare a un evento così importante e corale e la consapevolezza che, forse, il silenzio potrebbe essere una risorsa per sottolineare il momento drammatico che l’arte tutta, musica e pubblico compresi, sta attraversando. Siamo proprio sicuri che non è possibile, per questa volta, spegnere le luci e riflettere senza suoni?

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Ammiratissima voce radiofonica di Rai Radio 1, John Vignola è anche autorevole esperto di musica. Ha collaborato per anni con riviste quali Rockerilla e Mucchio Selvaggio, oltre a occuparsi di rock e dintorni per diverse testate “generaliste”. Faticherebbe a vivere felice senza i Beatles.

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