Anita Lane, 1959-2021

Un ricordo di Anita Lane, protagonista di un mondo bello e dissipato.

Anita Lane

Quanto ci piaceva a fine anni ’80-inizio ’90 quel mondo australiano, a un certo punto quasi tutto trasferito a Londra e Berlino, capace di raccontare storie romantiche, dissipate e pericolose vivendole in modo altrettanto romantico, dissipato e pericoloso. Si trattava di a un vero dream-time dell’oscurità giunto dagli antipodi anziché dagli inferi: Nick Cave, ovviamente, Birthday Party e Bad Seeds, Rowland S. Howard These Immortal Souls, Crime & The City Solution e Simon Bonney e infine, pressoché unica donna, Anita Lane.

Le canzoni e i dischi di Anita Lane

Qualcuno di loro se la cava ancora benissimo come, inutile dirlo, Nick Cave, oppure l’ex Bad Seeds Mick Harvey, maestro d’arrangiamenti, qualcuno si è appannato, qualcuno se n’è andato perché consumato dal suo essere bello e perdente.

Oggi 28 aprile 2021, all’età di 62 anni (ma il dato non è certo), è arrivata la notizia della scomparsa di Anita Lane, di cui da molto non avevamo notizie artistiche, quella che ai tempi era la ‘fidanzata’ di Nick, la sua compagna di arte e perdizione. Con lui compone due pezzi di grande intensità quali From Her To Eternity e Stranger Than Kindness e negli anni ’90  la si ritrova in dischi di Barry Adamson, Mick Harvey e Einstürzende Neubauten.  Poi quasi più niente.

 

La discografia di Anita come solista è smilza: due EP (Dirty Sings e The World’s A Girl, 1988 e 1995 rispettivamente) e due album, la raccolta di materiali sparsi Dirty Pearl (1993) e Sex O’Clock (2001). Sono lavori dove alla fosca weltanschauung caviana si associa il gusto per un funk sinuoso e sexy, un po’ Marvin Gaye (ma la cover di Sexual Healing è quasi astratta), un po’ Serge Gainsbourg (il duetto con Nick per I Love You… Nor Do I, ovvero Je t’aime… moi non plus). Si tratta quasi sempre di canzoni dove è forte il senso di desolazione, di perdita. E interpretata  come la perdita di un amore è anche Bella Ciao. Canzone che era capitato di riascoltare doverosamente pochi giorni fa, in occasione del 25 aprile.

Ciao Anita

Suona tutto un po’ triste e allora ci piace ricordare Anita Lane quando, nella lasciva Do That Thing canticchia in italiano discreto “Fai quelle cose, le cose che fai/ Gli occhi belli tesoro”. E poi se la ride.

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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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