Taylor Swift - Tomtomrock

Taylor Swift contro Scooter Brown: una nuova puntata dell’eterna disfida Arte vs. Business.

Taylor Swift - Tomtomrock

La storia del rock abbonda di sanguinosi confronti fra artista buono e manager – o funzionario discografico – cattivissimo. Ecco i casi più celebri: John Fogerty  contro Saul Zaentz; Bruce Springsteen contro Mike Appel;  Leonard Cohen contro Kelley Lynch, i Moby Grape contro Matthew Katz.

Il bilancio è presto fatto: con punteggi diversi hanno sempre vinto i cattivi. Il diabolico Zaentz, citato da Fogerty,  arrivò a controcitarlo per autoplagio (!), Appel tenne fermo per tre anni uno Springsteen intenzionato – legittimamente – a scaricarlo, mentre Leonard Cohen dovette tornare sui palchi in tarda età dopo essersi trovato il conto in banca quasi tutto prosciugato e aver perduto i diritti sulle sue composizioni. Quanto ai poveri Moby Grape, peraltro bravissimi ad autosabotarsi, provate ancora oggi a trovare i loro dischi se non di seconda mano.

Ma attenzione perché stavolta (per la prima volta?) sembra che l’artista possa addirittura vincere la sfida.

Il fenomeno Taylor Swift

Taylor Swift è uno dei maggiori fenomeni commerciali del pop statunitense: canzoni dai ganci melodici molto efficaci, storie sentimentali con la giusta dose di complicazioni e, per finire, abili tocchi acustici negli arrangiamenti. Siamo dalle parti di Sheryl Crow e Shania Twain, dunque in ambiente assolutamente mainstream, ma con un tocco di umanità che il pubblico sembra percepire e che la avvicina a ragazze più anziane e ricche di intensità mai demodé come Alanis Morissette o Edie Brickell.

Tra il 2006 e il 2017 Swift incide sei album di studio e un live per l’etichetta Big Machine Records. Nel 2018 decide di passare alla New Republic per la quale pubblica altri tre lavori.

I due album più recenti, Folklore ed Evermore segnano il suo avvicinamento al circuito folk e indie (The National, Bon Iver), anzi si può dire che esemplifichino al meglio il dissolvimento della frontiera fra mainstream e indie. Nonostante toni più sommessi rispetto al passato ottengono eccellenti riscontri, forse perché percepiti in sintonia con i tristi lockdown mondiali. Insomma, fin qui tutto bene.

Entra in scena Scooter Braun

Scooter Braun

 

Se sui cieli del pianeta stazionano nuvole nere, su Taylor Swift inizia a piovere fitto quando la Big Machine viene acquisita da un gruppo facente capo a Scooter Brown. Ma chi è ‘Vespino Marrone’? È un tipetto piuttosto potente che di buffo ha solo il nome e che ha lavorato come produttore esecutivo a dischi di Justin Bieber, Ariana Grande, Demi Lovato, Tori Kelly e Kanye West (quest’ultimo, fra l’altro, un arci-nemico di Swift). Nel 2013 Time lo ha inserito fra le 100 persone più influenti del mondo ed è pure stato candidato a un Grammy. Il personaggio è controverso: da una parte riceve accuse di omofobia e manipolazione degli artisti sotto contratto con lui, dall’altra viene elogiato per iniziative filantropiche e persino politiche come la March For Our Lives del 2018 (starring il solito George Clooney) con cui si chiedevano leggi più severe sulla vendita delle armi. Di sicuro è uno che telefona sovente al suo team di avvocati.

La contromossa di Taylor Swift

Tornando alla questione che qui c’interessa, succede che, come Swift fin da subito aveva paventato, Braun decida di non cedere alla musicista i diritti sulle canzoni da lei pubblicate. E allora cosa fa la nostra? Con le spalle coperte da una clausola del contratto a suo tempo firmato, prende il disco che le ha regalato la prima vera esplosione commerciale, Fearless (2008), e che sfoggia un titolo doverosamente bellicoso e lo riregistra intitolandolo Fearless (Taylor’s Version). L’intento è chiaro: chiunque vorrà usare uno dei pezzi per uno spot pubblicitario, un film o altro, molto probabilmente sceglierà la ‘ribelle’ versione di Taylor anziché quella rimasta nelle mani del perfido Scooter. Anche perché i pezzi sono rifatti davvero con la carta a carbone  salvo, forse, una migliore definizione dei suoni. Qualcuno sostiene che la voce, trascorsi 13 anni, abbia acquisito una maggiore gravitas, però bisogna proprio farci caso.

Taylor Swift Fearless 2008
La copertina del primo Fearless

Come andrà a finire?

Al disco originale in edizione deluxe vengono aggiunti (oltre a una canzone tratta da una colonna sonora) sei pezzi, solo discreti, risalenti alla stessa epoca e registrati pochi mesi fa con i nuovi compagni di avventura folk Aaron Dressner (dei National) e Jack Antonoff. Artisticamente si può parlare di occasione persa, perché le canzoni avrebbero potuto essere rifatte per davvero (magari su un bonus disc) in sintonia con le novità ruraliste portate alla ribalta dagli ultimi due album.  Ma, come si è visto, il senso dell’operazione era un altro. E attenzione perché l’intento è di ripetere la mossa con il resto del catalogo. La scelta potrebbe anche inflazionare il mercato e ritorcersi contro Taylor Swift. Per il momento il risultato è clamorosamente in suo favore, visti i dati commerciali mirabolanti fatti registrare dal nuovo Fearless. E poi sta giocando molto meglio.

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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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