Quella volta che Nantas Salvalaggio (Nantas chi???) se la prese con Lou Reed presente Franco Battiato. E ce l’aveva pure con Vasco.
In un’intervista pubblicata qualche giorno fa dal manifesto lo scrittore Hanif Kureishi ha parlato del trattamento riservato a Lou Reed dai tabloid britannici, i quali, anche in occasione della morte del musicista, lo hanno accusato di avere esaltato nelle sue canzoni droga, prostituzione, travestitismo e così via. Emblematico in tal senso è stato il Daily Mail on line: “Più di ogni altra rockstar [Reed] ha contribuito a dare alle droghe un glamour falso e pericoloso. Ora, dopo un trapianto di fegato in maggio, i suoi eccessi gli hanno presentato il conto”. Tralasciando la carogneria rancorosa della frase, si tratta comunque della puntata conclusiva della quasi cinquantennale crociata contro il rock che fa male e Lou Reed che fa malissimo’ e che ebbe, come si spiega più sotto, anche un suo filone italiano.
Quando Nantas Salvalaggio se la prese con Vasco
La storia è reperibile facilmente in rete perché riguarda in prima istanza Vasco Rossi. Dunque, nel 1980 il giornalista, inviato speciale, romanziere di successo e sociologo per casalinghe Nantas Salvalaggio descrisse un’esibizione di Vasco dal vivo al Motor Show di Bologna con termini del tutto sobri. Cosette come “guitto da suburra”, “orrido-allo-stato-brado”, esaltatore di “emozioni forti anche se il prezzo da pagare è la vita”.
Fin qui niente di interessante, anzi una storiella di provincia davvero dimenticabile (e che soprattutto regalò pubblicità gratuita al rocker italiano), non fosse per l’accorato appello che arriva qualche riga oltre. “Gente della Tv, della stampa, del governo, ma quando faremo un’indagine seria, un calcolo approssimativo, di tutti i giovani che si sono ‘fatti’, che si sono procurati un passaporto per l’altro mondo, sulle orme dei cantori dell’eroina, come quel tale Lou Reed, che a Milano si pronuncia giustamente Lùrid’”
Ovvia è la carenza di approfondimento da parte di Salvalaggio, inconsapevole del fatto che, come scrive ancora Kureishi, “Reed raccontava una New York alla Jean Génet, guardava all’America dall’orizzonte delle sottoculture urbane”. Ma si sa, l’Italia è (nel 1980 come nel 2013) un paese provinciale dove più di qualsiasi analisi un minimo approfondita fa colpo la storpiatura dialettale di un nome. Senza dimenticare che Salvalaggio, oltre che con i musicisti cantori di morte, se la prendeva persino con Goldrake che “ammazza dal video e nessuno si prova a fermarlo”.
Ma la sua ossessione era Lou Reed
Fin qui le fonti a disposizione, tuttavia la memoria di chi scrive ha trattenuto una curiosa reiterazione della querelle. Nel corso di una puntata di Domenica In (dovremmo sempre essere a inizio anni ’80) si esibì un Franco Battiato all’apice del successo pop. A fine programma Nantas Salvalaggio evitò di citare Vasco Rossi, ma ricominciò a menare il torrone (tanto per mantenerci in ambito milanese) con Lou Reed. La documentazione d’archivio manca, ma il ricordo dell’edificante comizietto è ancora ben vivo. All’incirca la frase fu questa: “Complimenti a Battiato che fa musica bella e sana. Invece c’è un suo collega di nome Lou Reed che scrive canzoni che esaltano l’eroina. Che dicono che il consumatore di eroina si sente come il figlio di Gesù”.
Inutile far notare che si trattava di una semplificazione quasi imbarazzante. Inutile aggiungere che non possono certo essere considerati un invito al fix versi come questi: “Proverò ad annullare la mia vita/ Perché quando il sangue comincia a scorrere/ Quando sale dentro il contagocce/ Quando mi sto approssimando alla morte/ Non potete aiutarmi, voi non potete proprio”.
Anni dopo, ai tempi dell’uscita de L’imboscata, mi capitò di intervistare Battiato a Milano e scoprii che ricordava bene l’episodio. “Stavo per fare una piazzata, poi mi trattenni. Anche perché a nessuno, in quello studio, importava qualcosa di Lou Reed. Un po’ di tempo dopo scoprii che era stato meglio così. Qualcuno infatti mi disse che Salvalaggio era sensibile al problema dell’eroina per questioni private”.
Povero Salvalaggio, famoso solo grazie ai vituperati Lou e Vasco
Insomma, una piccola storia curiosa i cui due protagonisti principali si sono accomiatati dal pianeta con esiti diversi. Nantas Salvalaggio è morto nel 2009 ricordato quasi solo come quello che ce l’aveva con Vasco. Lou Reed se ne è andato il 27 ottobre di quest’anno salutato come artista fondamentale del XX secolo in un tripudio di ricordi commossi. Quanto a Vasco Rossi, è vivo, vegeto e ultrapopolare.