jon savage 1966 giusto

jon savage 1966 giusto

di Antonio Vivaldi

Jon Savage è noto soprattutto come l’autore di England’s Dreaming, ancora oggi il miglior libro dedicato al punk (nell’edizione italiana il titolo venne un po’ banalmente tradotto con Punk!, più o meno come quando Domicile Conjugal di Truffaut divenne Non drammatizziamo… è solo questione di corna). Ha anche scritto diversi altri testi notevoli quali Teenage (in italiano un più accettabile L’invenzione dei giovani) e adesso si ripropone ad altissimo livello con 1966 – The Year The Decade Exploded.  Già la struttura è interessante. Savage affronta l’annata per temi (la guerra in Vietnam, la paura dell’olocausto nucleare, i diritti civili, la diffusione degli sutpefacenti), ma li inserisce all’interno di 12 capitoli a scansione mensile, dove ogni mese è rappresentato da un singolo, anziché, come ci si sarebbe aspettato, da un album: “Il 1966 fu l’ultimo anno in cui il 45 giri costituì la principale forma espressiva della musica pop, prima che Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club annunciasse, nell’estate del 1967, l’avvento dell’album come forza creativa e commerciale”.

httpv://www.youtube.com/watch?v=_JNyDUYp59I

The Ugly’s – A Quiet Explosion

E qui iniziano le sorprese. Non tutti i pezzi-simbolo sono noti come ci si aspetterebbe: alcuni sono stati oggi dimenticati, altri ebbero scarsa eco persino all’epoca. Già per quanto riguarda gennaio, anziché The Sound Of Silence (n. 1 negli USA), viene proposto l’oscurissima, in tutti i sensi, e incalzante A Quiet Explosion degli Ugly’s (un gruppo di Birmingham), dedicata all’escalation militare e alla Guerra Fredda. In maggio, per parlare dei prodromi dell’emancipazione femminile, ecco Walkin’ My Cat Named Dog di Noma Tanega, curioso ibrido folk-soul di buon successo sul momento e poi del tutto dimenticato. Certo, ci sono anche Stones, Velvet Underground e Wilson Pickett (manca invece Dylan, peraltro citato in continuazione), ma alla fine uno dei motivi d’interesse del volume è proprio la capacità di evitare i suoni dell’ovvio calandosi in un “lì e allora” raccontato come un flusso di suoni e situazioni attraverso un ampio utilizzo di fonti dell’epoca, soprattutto quotidiani e riviste. Si scopre così che i Lovin’ Spoonful per un po’ furono fighi quanto i Beatles e che negli Stati Uniti, se molte furono le canzoni contro la guerra nel Vietnam, non mancarono quelle a favore, come la tremenda Ballad Of The Green Berets.

httpv://www.youtube.com/watch?v=SPZVrmJ2HH8

Norma Tarega- Walkin’ My Cat Named Dog

Chiaro che Savage sa il fatto suo anche quando deve tirare le fila del discorso. E se sceglie il 1966, anziché il più celebrato 1967, come anno chiave nella storia della musica giovane è perché “il 1966 iniziò pop e finì rock” e perché “la musica non si limitava più a commentare la vita, ma era divenuta indivisibile dalla vita”. O anche, come recita il sottotitolo del libro, perché il 1966 fu “l’anno in cui il decennio esplose”.  A questo punto non resta che raccomandare una pronta edizione italiana; stavolta la traduzione del titolo è facile facile.

httpv://www.youtube.com/watch?v=FoNSFFhyEi8

The Rolling Stones – 19th Nervous Breakdown

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