bob dylan giuda

Judas!

Bob Dylan e Giuda

Se mai si è verificato nella storia un episodio in cui un archetipo si fonde con un evento di spettacolo, si palesa davanti a un pubblico e l’intera esibizione viene addirittura registrata, questo è accaduto il 17 maggio 1966 durante uno show a Manchester. In un silenzio carico di tensione che prelude alla canzone prossima in scaletta qualcuno tra la folla grida “Giuda” all’indirizzo di Bob Dylan, reo di aver elettrificato la propria musica e quindi tradito la comunità folk. Dylan reagisce rispondendo “non ti credo, sei un bugiardo”. Poi, rivolto alla sua band, li esorta con un “suonate a volume altissimo, cazzo!”. Partono le note di Like A Rolling Stone.

Bob Dylan risponde alle accuse

Il nome Giuda è sinonimo di traditore, e forse anche di ebreo. Risulta pertanto comprensibile lo sdegno contenuto nelle parole rilasciate da Bob Dylan a commento delle accuse rivoltegli per aver abbracciato una chitarra elettrica.

E’ una vecchia storia, fa parte della tradizione e risale a tanto tempo fa. Queste sono le stesse persone che cercarono di affibbiarmi il nome di Giuda. Giuda, il  più odiato fra tutti i nomi nella storia umana! Se pensi di essere mai stato insultato, cerca allora un modo per uscirne indenne da un’offesa così. Sì, e per che cosa? Per aver suonato una chitarra elettrica? Come se questo fosse in qualche modo raffrontabile al tradimento e alla consegna del nostro Signore alla crocifissione. Che tutti questi malvagi figli di puttana possano marcire all’inferno!

 

Giuda ritorna nella musica di Bob Dylan

Numerosi sono i riferimenti al bacio di Giuda nei testi di Bob Dylan. Da Seeing The Real You At Last (“qualsiasi cosa farai / per piacere falla presto”) ai seguenti versi tratti da With God On Our Side: “Nelle ore più buie / a questo ho pensato / che Gesù Cristo / fu tradito da un bacio / ma non posso pensare per voi / sta a voi decidere / se Giuda Iscariota / aveva Dio dalla sua parte”. La canzone What Was It You Wanted diventa maggiormente comprensibile se immaginiamo che sia Gesù a parlare per bocca di Dylan e chiedere a Giuda che cosa volesse quando fece il gesto di baciargli la guancia: “cos’è che volevi / quando mi hai baciato la guancia? / c’era qualcuno a guardarci / quando mi hai dato quel bacio? / qualcuno nascosto nell’ombra / qualcuno che potrei non aver visto?”.

I riferimenti evangelici nei testi di Bob Dylan

Nell’intervista rilasciata sul suo sito qualche tempo dopo l’assegnazione del Nobel, Dylan dichiara – giustamente – di ritenere In The Garden una delle sue canzoni più sottovalutate. Appartiene al cosiddetto periodo cristiano. In essa il poeta esprime i suoi dubbi sull’effettivo grado di preparazione e fedeltà degli apostoli di Cristo. Quando Egli eseguì i suoi miracoli, loro ci credettero davvero? – sembra chiedersi Dylan. Quando Egli risorse, credettero ai propri occhi? Sapevano con chi avevano a che fare? In altre parole, poteva Gesù fidarsi di questi uomini rozzi e indecisi della remota Galilea? Nonostante il lungo tempo trascorso insieme e le tante professioni di fede, lo conobbero veramente per quel che era?

Leonard Cohen e Bob Dylan: dialogo a distanza

Sappiamo che Leonard Cohen non gradì la conversione cristiana di Bob Dylan. Tuttavia, anche Cohen aveva dichiarato di sentirsi profondamente commosso dalla figura di Gesù. In Last Year’s Man vi accennava in termini positivi (“when Jesus was the honeymoon and Cain was just a man”). Stessa cosa in Suzanne, dove Gesù è un “marinaio” capace di camminare sulle acque. Ma il suo atteggiamento si fa meno conciliante col passare del tempo. Nel testo di It Seemed The Better Way Cohen ammette di non riuscire a tenere a freno la propria lingua e accusa Gesù di incongruenza per aver trasformato il suo messaggio di amore in un messaggio di morte (“first he touched on love / then he touched on death”).

 

Borges e i Rolling Stones

Si sa che nell’ultimo periodo della sua vita Jorge Luis Borges amava ascoltare i Rolling Stones (famoso un suo breve incontro con Mick Jagger davanti all’hotel Palace de Madrid). In uno dei loro pezzi più celebri, Sympathy For The Devil, compare un ultimo personaggio nel dramma della crocifissione: il diavolo, che nella canzone dice che si trovava da quelle parti quando Pilato – lavandosene le mani – sigillò il fato di Gesù Cristo.

Dice invece Borges in Tre Versioni di Giuda: “Supporre un errore nella Scrittura è intollerabile; non meno intollerabile ammettere un fatto casuale nel più prezioso avvenimento della storia del mondo. Ergo il tradimento di Giuda non fu casuale; fu cosa prestabilita, e che ebbe il suo luogo misterioso nell’economia della redenzione”.

 

Una versione più lunga di questo articolo è disponibile qui.

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Trevigiano di nascita e romano di adozione. Nel maggio 2016 ha pubblicato “Ballando con Mr D.” sulla figura di Bob Dylan, nel maggio 2018 “Da Omero al Rock”, e nel novembre 2019 “Twinology. Letteratura e rock nei misteri di Twin Peaks”.

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