“Oltre il Muro di Berlino” – il rock nella fu Germania Est.
Rock’n’roll Trabant
Sulla Trabant è installato un artigianale congegno, facile da far sparire, quasi uno “status quo” per le varie generazioni soniche. Dal 1961 al 1989. Il marchingegno è una musicassetta registrata in casa. Una sequenza di brani: Aah-Ja!, folk-pop ballad del cantautore dissidente ed anti-stalinista Wolf Biermann, African Reggae di Nina Hagen (una curiosità: Biermann fu compagno nella vita della madre di Nina), una gittata di brani kraut-rock, dai Neu! allo jeti-sound targato Amon Düül II, gli olfattivi Embryo (poi Dissidenten) tali da mandare in tilt persino un accorto quanto spericolato Julian Cope, Der Mussolini dei D.A.F. (Deutsch Amerikanische Freundschaft) con il rischiare il fraintendimento, Tomorrow disco-punk export dei CCCP Fedeli Alla Linea con Amanda Lear, la all-female band Malaria, il digital-sound dei Kraftwerk (poco conosciuti ad Est, poi sdoganati), Heroes di David Bowie e Personal Jesus dei Depeche Mode, pubblicata quasi in contemporanea con il crollo del Muro di Berlino.

bella la metafora della Trabant e del Maggiolino!