beady eye


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Se Be fosse l’opera prima di una nuova band britannica lo si guarderebbe con un occhio di riguardo, come si conviene a un interessante e onesto disco di musica rock.
Il problema è che il frontman dei Beady Eye ha un passato ingombrante e difficile da ignorare, fatto di milioni di copie vendute in tutto il mondo, e di una popolarità che pochi gruppi hanno avuto negli ultimi decenni. Il fantasma degli Oasis continua a turbare le imprese di Liam Gallagher e le sue fatiche musicali fanno parlare meno delle scaramucce incessanti con l’odiato fratello Noel.

Be giunge a due anni dal primo disco dei Beady Eye: Different Gear, Still Speeding, rispetto al quale non dice proprio nulla di nuovo. La produzione, affidata a Dave Sitek dei TV On The Radio, serve giusto a dare un tocco di freschezza, in una direzione vagamente sperimentale, alle sonorità dell’intero lavoro ed è l’unica cosa di cui si possa dire bene. I singoli brani invece non raggiungono mai la sufficienza a causa di una vistosa debolezza strutturale e risultano superficiali e inutili come la mole di parole che Liam continua a dare in pasto alla stampa.
Risultato soporifero.

5/10

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Di Mauro Carosio

Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

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