di Antonio Vivaldi
A giudicare dalle foto, il pianista e compositore portoghese Rodrigo Leão ha sempre l’aria molto seria e veste sempre nero-elegante (stile Gianmaria Testa per dare l’idea). D’altro canto è stato a lungo leader di quei Madredeus che, a fine anni ’90, affascinarono il pubblico generalista-colto con un suadente folk da camera dalle lontane ascendenze fado (ricordate la colonna sonora di Lisbon Story di Wim Wenders?). È chiaro a questo punto che da Songs 2004-2012 non ci si può aspettare, a dispetto del titolo, un disco… canzonettistico. Si tratta di una raccolta dei brani cantati in inglese già presenti negli ultimi tre album solisti di Leão con l’aggiunta di due tracce inedite poste in apertura e chiusura di programma. A stupire è il cast delle voci: accanto alle connazionali Ana Vieira e Sónia Vieira, il padrone di casa fa sfilare invitate e invitati d’eccezione quali Joan As Police Woman, Beth Gibbons (Portishead), Neil Hannon (Divine Comedy), Stuart A. Staples (Divine Comedy) e Scott Matthew. Date le caratteristiche di Leão come autore e i suoi trascorsi di compositore per il cinema, il risultato è per forza di cose elegante, ‘visivo’ e pensosamente romantico, con qualche sapiente ritornello pop (Sleepless Heart, cantata da Ana Vieira) e occasionali rischi di formalismo da evergreen melodico. A far sussultare quest’atmosfera un po’ da Belle Arti provvedono i tre pesi massimi del sentimento Gibbons, Haines e soprattutto Staples, che riesce a rendere struggente persino uno dei trucchi più vieti del pathos musicale, vale a dire il recitativo. Accanto a questi tre abilissimi ladri di pathos, Joan la Poliziotta dà l’idea di poter venire subito seminata, mentre non si fa troppo staccare il sospiroso australiano Matthew.
7,5/10
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Rodrigo Leão – Incomplete (ft. Scott Matthew)