Dance per le gambe e per le testa: Caribou – Our Love
Certi accostamenti non hanno fortuna; ad esempio qualche anno fa qualcuno tirò fuori “sinistra di lotta e di governo” e s’è visto com’è andata a finire. Invece “dance per le gambe e per le testa” sta da diverso tempo dando ottimi risultati, come dimostra la carriera in ascesa (per quanto parca di uscite) del canadese Dan Snaith. Questo suo ultimo lavoro a nome Caribou è in tal senso un esempio da manuale, per quanto non sia esente da pecche. In Our Love Snaith elabora ulteriormente l’idea di canzone per dancefloor (o di dancefloor con melodia) già sperimentata con successo in Swim, spingendo appena più di prima sulla componente ritmica. All’insieme aggiunge qualche polverina psichedelica rimastagli in studio dai tempi dei lavori a nome Manitoba e meditazioni testuali sull’incerto confine fra felicità e malinconia amorosa con un risultato finale che fa pensare a degli Hot Chip più trasognati o a un James Blake più solare.
Gli alti e i bassi
Alcuni momenti sono davvero notevoli, soprattutto per la capacità di Snaith di fondere con naturalezza elementi fra loro diversi come il groove carezzevole di All I Ever Need che prende pieghe quasi soul o il R&B electro-suadente di Second Chance (per la voce di Jessy Lanza).
Tutto bene, dunque, non fosse che verso metà disco compaiono alcuni episodi che vorrebbero essere descrittivi ma sono solo nebbiosi oppure sembrano monconi di qualcosa di più ampio. Il disco smarrisce così il suo equilibrio concettuale e poetico per ritrovarlo solo a fine programma con le intense Back Home, dove Snaith fa il cantante quasi sul serio, e Your Love Will Set You Free, dove trova ampio spazio il violino dell’altro canadese Owen Pallett, già collaboratore degli Arcade Fire e autore di un paio di dischi ricchi di idee a nome Final Fantasy. Una collaborazione paritaria fra i due potrebbe dare ottimi risultati e forse creare il grande disco che Our Love riesce a essere solo a metà.
7,3/10