ethan john silver liner

Ethan Johns And The Black Eyed Dogs – Silver Liner.

Terzo e difficile disco per il produttore e cantautore inglese Ethan Johns,  figlio (di Glyn) e nipote d’arte (di Andy). Naturalmente i suoi dischi suonano perfetti da ogni punto di vista, almeno per la parte tecnica, e sarebbe difficile affermare il contrario, vista la perizia e l’esperienza maturata con i più grandi nomi del rock internazionale. I problemi si incentrano piuttosto  nella scarsa personalità artistica del volenteroso e barbuto Ethan in versione performer; per dirne una (o due), con il brano iniziale, quello che dà titolo all’album, siamo al cospetto  di  un perfetto (troppo perfetto) calco di una qualsiasi ballata del primissimo Neil Young, con richiami palesi, azzarderei, perfino nel titolo…

Cosa manca nel disco

E le cose non migliorano proseguendo l’ascolto, sempre gradevole ma decisamente impersonale, come quando si riconoscono le inconfondibili atmosfere degli Eagles di Desperado in Won’t Always Be This Way o, nel dolente ritratto latino di Juanita, un seguito tardivo alla Carmelita di Zevon. Manca, insomma, ad Ethan Johns, un filtro autoriale alla Jonathan Wilson, per dare spessore, visto che ci tiene tanto, al suo impegnativo secondo lavoro. Oppure gli manca, paradossalmente, un produttore…

6,4/10

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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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