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di Marina Montesano

Nel 2009 ricordo di aver visto in un festival molti ragazzi in improbabili mises neo-hippies, i volti dipinti. Erano i fans accorsi a vedere gli MGMT, che così apparivano sulla copertina del loro esordio, Oracular Spectacular, successo stellare lanciato da due canzoni quell’anno onnipresenti: Kids e Time To Pretend. Ovvio che replicare sarebbe stato arduo, ma il seguente Congratulations abdicava completamente al suo ruolo di successore: niente più canzoni pop accattivanti e invece un suono involuto, al limite del pretenzioso; tanto da far pensare che l’incapacità di scrivere nuovi hits l’avesse fatta svoltare sull’ ‘artistico’. Alla luce del terzo, omonimo LP, il discorso pare invece più complesso. MGMT è un disco di psichedelica à la Syd Barret, a tratte irritante, a tratti molto affascinante. Neppure in questo ci sono potenziali successi radiofonici, anche se la casa discografica (probabilmente disperata) ha pensato bene di far uscire come singolo la filastrocca Your Life Is A Lie, che è orecchiabile ma un po’ sciocca, mentre canzoni intriganti e intricate come Alien Days e Mistery Disease avrebbero assolto meglio il compito, presentando la band per ciò che davvero è oggi: lontana dall’immediatezza degli esordi, ancora non del tutto sicura di dove andare (ogni tanto le canzoni sembrano vagare senza troppo senso), ma ancora in grado di significare qualcosa nella musica contemporanea.

7/10

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MGMT – Your Life Is A Lie

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