moby-innocents

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di Mauro Carosio

La “mission” dell’ultimo album di Richard Melville Hall, in arte Moby, è di tutto rispetto: mettere in musica le fragilità della natura umana per poi assolverla nella sua interezza proclamando tutti innocenti.
Innocents è un disco perfettamente in linea con gli ultimi lavori di Moby, vale a dire melodie electro-pop suadenti, raffinate e intimistiche con una strizzatina d’occhio alle classifiche (non a caso il produttore Mark ‘Spike’ Stent ha lavorato con Madonna, Depeche Mode e Coldplay). Le dodici tracce propongono varie collaborazioni illustri, da Mark Lanegan (che canta in uno dei brani migliori, The Lonely Night) a Damien Jurado in Almost Home, ballata avvolgente che ricorda il Daniel Lanois di Acadie. Sprecato invece il talento di Wayne Coyne in The Perfect Life, una sorta di Viva La Gente del terzo millennio dal risultato imbarazzante.
Il disco in sé risulta gradevole fin dal primo ascolto, ma qui ci si ferma. Manca un brano trainante, il singolo A Case For Shame è troppo impalpabile e non suscita particolari riflessioni. Gli altri titoli si lasciano ascoltare volentieri, ma, ancora una volta, siamo distanti anni luce da Play. Forse la dieta vegana seguita dall’artista newyorkese fa sì che anche i suoi lavori manchino di proteine?

6/10

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Moby & Mark Lanegan: The Lonely Night 

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