Intonarumori: ieri e oggiDiplodisc - 2021

Intonarumori: suoni lontani sempre presenti.

Intonarumori: ieri e oggi
Diplodisc – 2021

 

“I futuristi hanno svolto questo compito nel campo della cultura borghese: hanno distrutto, distrutto, distrutto, senza preoccuparsi se le nuove creazioni, prodotte dalla loro attività, fossero nel complesso un’opera superiore a quella distrutta: hanno avuto fiducia in se stessi, nella foga delle energie giovani, hanno avuto la concezione netta e chiara che l’epoca nostra, l’epoca della grande industria, della grande città operaia, della vita intensa e tumultuosa, doveva avere nuove forme, di arte, di filosofia, di costume, di linguaggio: hanno avuto questa concezione nettamente rivoluzionaria, assolutamente marxista, quando i socialisti non si occupavano neppure lontanamente di simile questione, quando i socialisti certamente non avevano una concezione altrettanto precisa nel campo della politica e dell’economia, quando i socialisti si sarebbero spaventati (e si vede dallo spavento attuale di molti di essi) al pensiero che bisognava spezzare la macchina del potere borghese nello Stato e nella fabbrica.”

Antonio Gramsci, da Socialismo e fascismo. L’Ordine Nuovo (1921 – 1922)

L’entusiasmo futurista

Ormai il futurismo viene quasi automaticamente associato al fascismo, ma in origine, prima che l’avvento del regime invogliasse il prevalere delle tendenze più reazionarie, aveva una carica rivoluzionaria iconoclasta che venne perfettamente colta da Gramsci in questa citazione, opportunamente riportata nelle note di questo CD.

L’idealismo forse un po’ ingenuo dei futuristi è quanto di più lontano da noi. Non solo abbiamo perso la spinta entusiasta e fiduciosa verso l’avvenire, ma non siamo più neppure capaci di immaginarlo, la pandemia globale non ha fatto che esasperare questa staticità, ci ritroviamo a vivere bloccati in un tempo sospeso, limitato ad un eterno ed incerto presente. Eppure il contenuto di questo CD dimostra quanto il tempo abbia dato ragione ai futuristi e al loro slancio, che li portò a rivoluzionare il concetto di ciò che si può definire arte, cultura e, nello specifico, musica, ampliandone i confini, ridefinendone l’estetica, aggiornandola all’era delle macchine.

castello dei prigionieri
Ivo Pannaggi – Castello dei prigionieri (1941)

Il progetto Intonarumori

Intonarumori: ieri ed oggi nasce da un’idea della fervida mente creativa di Alessandro Monti, titolare del progetto Unfolk e dell’etichetta Diplodisc, entrambi capitoli giunti purtroppo al termine. Alessandro Monti è musicista e compositore talentuoso, esperto ed eclettico, che da molti anni si muove in territori di confine fra pop ed avanguardia, con perfetta padronanza dei più disparati stili. Conversando col pianista fiorentino Daniele Lombardi, scomparso purtroppo un paio di anni fa, che ha lavorato molto alla riproposizione di vecchie e ormai dimenticate partiture futuriste (si veda in particolare il box Musica Futurista pubblicato dalla Cramps nel 2010) Alessandro viene a sapere che proprio nella sua città, Venezia, il professor Pietro Verardo ha ricostruito con scientifica precisione, basandosi su una illustrazione del 1913, gli intonarumori, gli strumenti musicali costruiti dal futurista Luigi Russolo, i cui esemplari originali erano andati perduti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Intonarumori 2

 

Si tratta di scatole in legno dotate su di un lato di un cono di metallo a mo’ di altoparlante, e di bottoni o leve che azionano degli ingranaggi in grado di emettere vari tipi di rumori. Sono in totale più di una ventina di strumenti diversi: crepitatori, gorgogliatori, rombatori, ronzatori, scoppiatori, sibilatori, stropicciatori, ululatori…. Da un’esibizione dimostrativa del professor Verardo, Monti registra la voce di sette di questi strumenti e spedisce i file audio a tre percussionisti attivi nell’area della musica sperimentale, perché li utilizzino per delle loro nuove composizioni: il polacco Andrzej Karpiński, il russo Nick Sudnick ed il britannico Chris Cutler. Quest’ultimo è sicuramente il più famoso dei tre, anche presso il pubblico del pop e del rock, ha suonato con formazioni del calibro di Henry Cow, Art Bears e Pere Ubu, ed è anche a capo della prestigiosa etichetta discografica Recommended Records.

Il CD è frutto della collaborazione fra la Recommended e la Diplodisc di Monti, che partecipa a sua volta alla compilation con un suo pezzo. A completare la scaletta due brani eseguiti dall’orchestra I Pomeriggi Musicali al teatro Dal Verme di Milano nel febbraio 2009, le cui registrazioni provengono dall’archivio del professor Verardo, si tratta de L’angoscia delle Macchine e Il Mercante di Cuori, rispettivamente di Silvio Mix e Franco Casavola, autori vicini al futurismo, entrambe le composizioni risalgono agli anni ’20 ed offrono un sorprendente esempio dell’utilizzo degli intonarumori in un contesto classico orchestrale. E’ curioso notare che proprio al teatro Dal Verme nell’aprile del 1914 si tenne Il Grande Concerto Futurista che scatenò reazioni di disapprovazione così violente da degenerare in rissa (forse i futuristi erano un po’ i punk della loro epoca…)

Modi diversi di lavorare sugli intonarumori

Ognuno dei musicisti chiamati a dar vita al progetto interpreta a suo modo quella che Russolo, nel suo libro manifesto, definì l’arte dei rumori, ognuno a suo modo fedele allo spirito dei futuristi.

Karpinsky utilizza tutti i campioni sonori ricevuti, ciascuno in una diversa breve composizione, sovrapposti a suoni di percussioni incalzanti e minacciose e di voci trattate elettronicamente.

Sudnick unisce alla voce degli intonarumori quella dello zgamonium, strumento da lui costruito con materiali di recupero. Il brano Protomekanika si dipana fra clangori metallici, ronzii e frequenze disturbanti, atmosfere industriali.

Cutler rimane fedele all’essenza acustica degli strumenti di Russolo, evitando di usare suoni elettronici. La sua è una suite percussiva molto articolata nella quale  compare il suono di cinque diversi intonarumori.

In Simultaneità Futurista Alessandro Monti compie un’operazione che sarebbe piaciuta molto ai futuristi e che è anche un omaggio allo Stockhausen di Hymnen: utilizza alcuni passaggi dell’inno di Mameli e del Va Pensiero di Verdi, li mimetizza e li sovrappone agli intonarumori. Secondo Monti “…il rumore fa da presagio a quella che ritengo sia una conclusione sinistra dell’intera opera; quel suono indistinto e nebuloso che si ripete nel finale annuncia non solo il silenzio della distruzione degli strumenti a causa della guerra, ma anche di tante vite umane… Come se qualcosa si interrompesse e venisse dimenticato dallo scorrere del tempo.”

Il packaging ha una grafica a sua volta molto futurista, vi sono riportati dipinti del pittore Ivo Pannaggi, ed è completo di note che illustrano dettagliatamente il progetto.

Gli intonarumori di oggi

Si tratta ovviamente di musica che ha poco di rassicurante e che non si presta ad essere canticchiata sotto la doccia, eppure il suono degli intonarumori ci è molto più familiare adesso rispetto ad un secolo fa. Da allora la musica si è evoluta attraverso un’introduzione sempre più massiccia del rumore. Musica concreta e industriale sono solo i casi più eclatanti, ma anche nel pop e nel rock, attraverso l’amplificazione, la distorsione, l’elettronica, gli elementi dissonanti ed atonali hanno trovato sempre maggiore spazio. Oggi che la tecnologia ha invaso ogni aspetto della nostra quotidianità, la musica delle macchine non ci abbandona mai. Terminato il primo ascolto di questo strano CD ho sentito il rumore del trapano del mio vicino di casa, la ventola del pc, il motore del frigorifero… ho pensato che la sinfonia dei futuristi avrebbe continuato ad accompagnarmi.

La tecnologia ha occupato anche il nostro immaginario, il vero rumore di fondo è quello delle notizie, dei dati, degli aggiornamenti il cui flusso non si interrompe mai, è questo il ronzio che ormai ci accompagna, anche nelle sempre più rare pause di silenzio.

Intonarumori: ieri e oggi
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Nasce a Savona nel 1966 e per il momento ancora vive. Ascolta musica voracemente e ne scrive a tempo perso. Ad una certa età pensa di sentirsi troppo vecchio per continuare a comprare dischi, ma rinsavisce in fretta e torna sulla retta via. Lavora come infermiere in terapia intensiva e durante la pandemia la musica lo aiuta a pensare a qualcosa che non sia il Covid-19.

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