Il folk multiforme di Alasdair Roberts.
Nel caso abbiate già un’idea dell’ormai ampia discografia di Alasdair Roberts, saprete che comprende dischi anche molto diversi tra loro. Alcuni sono di relativo facile ascolto (il pimpante folk-rock del recente Pangs), altri meno (come l’oscuro Spoils di alcuni anni fa). Prima di questo lavoro in trio, il cantautore scozzese era stato impegnato in altre collaborazioni, come quella quasi antropologica con il poeta Robin Robertson (Hirta Songs) o la più recente ed esclusiva con il polistrumentista James Green (il progetto ‘art’ in edizione limitata denominato Lapwing). Buoni frutti ha dato anche l’unione con altri musicisti nel gruppo The Furrow Collective con due dischi tra il 2014 e il 2016.
I tre approcci alla musica tradizionale di What News
What News fa convergere tre differenti approcci alle ballate tradizionali; quello vocale dello stesso Roberts, che qui tralascia la chitarra per il microfono (quasi del tutto, visti gli svolazzi elettrici del primo brano); quello pianistico e parecchio accademico del pianista David McGuinness, che usa anche altri tipi di tastiere acustiche, e infine la novità elettronica portata dalla performer e ‘sonologista’ Amble Skuse, con suoni, campionamenti e rumori ad occupare gli spazi in modo totalmente originale e straniante.
Alasdair Roberts e una voce sempre molto espressiva
In questo lavoro l’intensità del cantato di Roberts è più convincente che mai e le canzoni, tutte tradizionali, non sono troppo sfruttate (e nemmeno troppo allegre, occorre aggiungere). Il pianismo cadenzato di McGuinness, al contrario, richiede un po’ di adattamento, ed è piccolo sollievo quando viene sostituito dal Dulcitone (una specie di vibrafono a tasti, grosso modo) o dall’organo. Molto interessante, infine, l’apporto delle diavolerie elettroniche della Skuse, seppur con qualche riserva. Ottime e discrete quando agiscono per rafforzare atmosfere e sensazioni, risultano meno efficaci (ma più coraggiose) negli aspetti ritmici come il battito ‘a macchina da scrivere’ dell’iniziale The Dun Broon Bride. Quanto all’inserimento di una bizzarra pioggia sintetica sullo sfondo della drammatica ballata Babylon, lasciamo il giudizio a chi ascolterà il disco….
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