alasdair roberts pangs - recensioneDrag City - 2017

Alasdair Roberts – Pangs.

alasdair roberts pangs - recensione
Drag City – 2017

Ogni volta che un  disco di Alasdair Roberts appare sugli scaffali c’è un certo timore nel decidere l’acquisto, perché il cantautore  scozzese tende a proporre materiale piuttosto diverso  da incisione  a incisione. A volte si imbarca in progetti un po’ troppo cerebrali, quasi da ricercatore, come nel caso dell’aulico e insulare Hirta Songs (2013) o peggio, nelle scarsamente melodiche canzoni di Spoils (2009).

Alasdair Roberts: nuove canzoni secondo antichi modelli

Pangs non appartiene per fortuna né alla prima, né alla seconda categoria. Prosegue invece nel felice momento inaugurato con il disco precedente (Alasdair Roberts, del 2015). Se lì i toni erano più austeri, in Pangs Roberts dà una bella mano di colore a una manciata di canzoni originali che sembrano fermamente insediate nell’ampia e vivace tradizione  del folk-rock delle isole britanniche.

Il giro di chitarra che apre il primo brano, quello che dà anche il titolo all’album, ‘ricorda’ molti maestri dello strumento come Martin Carthy, Nic Jones e Bert Jansch. Ed è in questa direzione, con freschezza ed energia, che si dipana la decina di brani, caratterizzati anche da un uso delle percussioni modellato sullo stile del batterista dei Pentangle Terry Cox. Addirittura, a metà disco, in The Angry Laughing God, persino il piedino più retrivo comincia a  battere il tempo a un ritmo forsennato  che potremmo battezzare, con un orrendo neologismo, folk-boogie!

Per contro, la successiva Wormwood And Gall, che inaugura il lato B dell’edizione in vinile è una  bella ballata con accompagnamento di flauto e violino. L’ultima parte del disco vira su atmosfere più morbide toccando alcuni temi  classici delle folk ballads. Ad esempio, Scarce Of Fishing descrive un momento di difficoltà nella pesca in mare. La conclusione è affidata ai sei raffinati ed epici minuti  di Song Of The Marvels , dove al ‘rambler’  che torna al villaggio  viene chiesto di raccontare ciò che ha visto nei suoi viaggi in terre lontane. E il catalogo di storie non è molto allegro.

Pangs è un affascinante disco di storie senza tempo

La band che accompagna Roberts in Pangs è un “power trio” composto dal bassista e tastierista  Stevie Jones e dal percussionista Alex Neilson, ma aiutano anche vecchi compari come Tom Crossley e Jessica Kerr.

Immutato il meraviglioso accentone scozzese.

Alasdair Roberts - Pangs
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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