Alasdair Roberts og Völvur: un progetto folk sull’asse Scozia-Norvegia
Il nuovo disco di Alasdair Roberts è una collaborazione. Questa non è una novità, poiché la condivisione di palchi e dischi è una peculiarità del folksinger e cantautore scozzese. Solo per citare le ultime: con David McGuinness e Amble Skuse, con i francesi Tartine De Clous e con Alex Neilson e Jill O’Sullivan per il tributo a Bonnie Prince Billy, Hello Sorrow/Hello Joy. Questa volta i compagni di studio per The Old Fabled River (pubblicato da Drag City) sono i norvegesi Völvur, un interessante gruppo di alt-folk cameristico che porta con sé due brani del proprio repertorio e un insieme di strumenti piuttosto ricco (violino, chitarre, tastiere e fiati) oltre a due voci soliste delle quali emerge quella di Marthe Lea.
Il ruolo di Alasdair Roberts e quello dei Völvur
Ben cinque brani sono di Roberts, mentre uno proviene dalla produzione letteraria di Robert Burns, il poeta nazionale scozzese: si chiama Song Composed In August, ma è meglio conosciuta come Now Westlin Winds, se non altro per la superba versione di Dick Gaughan. La parte norvegese ha origini piuttosto serie: sia Nu Rinnen Sol Opp che Nu Solen Går Ned sono due salmi del repertorio religioso scandinavo, momenti piuttosto densi e meno immediati rispetto al resto del disco. Sono due brani che si trovano in molte varianti, dal folk alla musica da camera; qui con Roberts i Völvur trovano in qualche modo una terza via, ma si tratta comunque dei momenti più ostici del disco.
In ogni caso The Old Fabled River è un’opera che mantiene un andamento elegiaco, pastorale per tutta la sua durata. Anche i brani di Roberts, fin dai titoli, si arruolano nella categoria degli inni e delle celebrazioni, magari più pagane che religiose… Un progetto riuscito, quindi, nei consueti limiti di un connubio complesso, con l’uso di lingue e atmosfere diverse.
L’iperattivo Alasdair Roberts…
Per concludere un’informazione: nella sempre nutrita mole di lavori del quarantaquattrenne figlio d’arte (il padre Alan collaborò con Alex Campbell e Dougie MacLean) scopriamo solo ora la bella raccolta – esclusivamente in digitale – The Songs Of My Boyhood, del 2020. Qui Roberts rivisita il suo periodo degli esordi, quando pubblicò alcuni buoni dischi come Appendix Out assieme a due compagni di scuola (una boy band folk?).
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