All Diese Gewalt - Alles Is Nur Übergang

Il genio perturbante di Max Rieger e le  sue creature soniche: Die Nerven e All Diese Gewalt.

Che ci fosse del marcio qualche secolo fa in Danimarca si sa da un po’, ma che ci fosse al contrario molto del buono nella Germania del 2020 (e anche in Austria) ce lo aveva confermato – non fossero bastati il vitalissimo Alles in Allem degli Einstürzende Neubauten e l’ottimo Cyberfunk! dei Mother’s Cake –il bellissimo lavoro partorito dalla mente brillante e scissa di Max Rieger, punta di diamante della scena di Stoccarda (che, a quanto pare, esiste; la scena, Stoccarda si sapeva): Andere.

Breve introduzione a Max Rieger

Gli emisferi creativi di Rieger, che, così ad occhio, ci pare un piccolo genio, sembrano sprofondati in mondi musicali non si dice incomunicanti, ché comunicano ben in profondità, ma distanti almeno quanto Méséglisee Guermantes nella mente del giovane narratore della Recherche. Tanto duri, ruvidi urticanti suonano i suoi Nerven e tanto al contrario si disegnano vellutate, sinuose ed oscure le sonorità dell’altra sua creatura, All Diese Gewalt. Non sfugge infatti che il bellissimo Fake (2018), così come Die Nerven (2022), non meno rumorista, acuminato e tagliente, né meno bello del precedente, accolgano spunti di maggior distensione, così come sullo sfondo del primo compiuto lavoro degli All Diese Gewalt, Welt In Klammern (2017) si incappi in grumi elegantemente dissonanti. E questa mancata dissociazione sia registrata tanto a beneficio sanità mentale di Rieger quanto dell’ascoltatore, sospeso fra due fiumi sonori che scorrono a diversa velocità, e che da qualche parte, sottoterra, mescolano le loro acque.

Tutto questo sarebbe però un vano e vacuo cianciare se il sopracitato Welt In Klammern e l’appendice intitolata, per l’appunto, Addendum, dello stesso anno, così come i due Ep del 2014 I’m Not Even Here e Kein Punkt Wird Mehr Fixiert non fossero già stati piccoli e compiuti, smaglianti gioielli sospesi fra gli echi soffici di un industrial elegante e pettinato ed un post rock sinuoso e notturno. Se vogliamo per forza trovare qualche punto di contatto con il passato – e noi lo vogliamo perché siamo fatti male ma siamo fatti cosi– ci vengono in mente, per dare un’idea, i Cure di Seventeen Seconds o gli Interpol di Turn On The Bright Lights, ma l’elenco dei rimandi potrebbe essere molto più ampio.

Gli All Diese Gewalt

Se non li avete mai ascoltati (gli All Diese Gewalt, intendo, ma anche il loro gemello pestifero, Die Nerven) non vi se ne farà una colpa, ché tutto quanto proviene dalla Germania, qui da noi, ancora fa paura come i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, a patto che rimediate. Subito. Perché Andere (Glitterhouse Records) si spinge ben oltre gli esiti degli esordi e si conferma, a parere di chi scrive, anche ad un ascolto più distanziato e meditato dopo anni, uno dei dischi più belli del 2020. E perché Alles Is Nur Übergang (2023), fa il paio, e non era scontato, dato il livello del precedente.

Afferma Max Rieger di essersi ispirato per Andere a Here Come The Warm Jets di Brian Eno e la chiave di questa vicinanza sta, secondo noi, più che nella singola allusione o nella cripto-citazione, in quel che Eno disse a proposito di un capolavoro che vaga ancor’oggi solitario nella meravigliosa e cangiante terra di nessuno in cui il glam trascolora in pop d’avanguardia: “Il titolo Warm Jets deriva dalla distorsione della chitarra presente nell’omonima traccia, che ho descritto sui crediti come “chitarra a getto caldo”, perché aveva il suono simile a quello di un jet intonato”.

Andere è un intero lavoro “a getto caldo”, in cui la tensione, le scosse chitarristiche dei Nerven ed il gelido, teutonico pulsare di Welt In Klammern sono come irrorati da un fiotto improvviso di sangue caldo. Un jet, ma intonato, appunto. Ed è, se per forza vogliamo trovargli un’etichetta – e noi lo vogliamo – un industrial partorito da un tempo in cui i suoni, i rumori dell’industria sono ormai ben più la soffice suggestione di un lontano passato che non l’incalzante martellare di un mondo che progredisce col sangue e col ferro del lavoro.

Sarebbe inutile, anzi sbagliato, sottolineare il valore di un brano rispetto ad un altro, perché Andere, come già Here Come The Warm Jets, è una tela da abbracciare tutta intera con l’occhio. Per gusto di contraddirci, però, lo facciamo subito, individuando i punti più alti, oltre che nel maestoso e caldo incedere del singolo di lancio Andere, nella lirica essenzialità acustica di Blind. Basta essere consapevoli però che la distesa e diffusa atmosfera di solitudine e di malinconico abbandono che investe tutto il disco è l’abito scuro che ci viene chiesto di indossare per partecipare a questa lieve ed appartata festa di morte.

Alles Ist Nur Übergang prosegue il discorso iniziato con Andere

Dopo Andere sarebbe stato lecito pensare che un bersaglio così alto sarebbe stato ben difficile da centrare di nuovo. E invece no. Alles Is Nur Übergang (2023) non soltanto è all’altezza del precedente, ma ne è la naturale continuazione. Con Andere, questo nuovo lavoro di Max Rieger, forma un dittico, o meglio una splendida suite barocca, suonata a cielo aperto, nella notte. I jet a getto caldo continuano a rollare sulla pista, solo lievemente più distanti, appena un po’ meno udibili.

La solenne, iniziale Ich Bin Das Licht, la magnifica ballata intrisa di nodi di rumore Ab AB ab, la progressione sonora di zu Staub werden (forse i tre punti più alti), ma anche i momenti più distesi e più ‘cantabili’, si vorrebbe dire, francamente, più morbidi e melodiosi, come Ihr seid nicht allein e etwas fehlt, sono suggestivi frammenti sonori che incatenano un discorso musicale ininterrotto, movimenti di una appartata sinfonia che incede morbida, lenta ma inesorabile come una morte priva di dolore. La festa a cui si è invitati, basta solo passare per strada per essere chiamati ad entrare, è infatti sempre la stessa, anche in  Alles Is Nur Übergang; l’abito scuro, sempre dovuto.

All Diese Gewalt: Alles Ist Nur Übergang
9 Voto Redattore
0 Voto Utenti (0 voti)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

print

Ha iniziato ad ascoltare musica nel 1984. Clash, Sex Pistols, Who e Bowie fin da subito i grandi amori. Primo concerto visto: Eric Clapton, 5 novembre 1985, ed a seguire migliaia di ascolti: punk, post punk, glam, country rock, i pertugi più oscuri della psichedelia, i freddi meandri del krautrock e del gotico, la suggestione continua dell’american music. Spiccata e coltivata la propensione per l’estremo e finanche per l’informe, selettive e meditate le concessioni al progressive. L’altra metà del cuore è per i manoscritti, la musica antica e l’opera lirica. Tutt’altro che un critico musicale, arriva alla scrittura rock dalla saggistica filologica. Traduce Rimbaud.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.