Gli Anaïs cantano Emily Dickinson.
Sono passati quasi otto anni da Amoressia e un’altra dozzina da quando sono nati gli Anaïs. Anche l’idea di questo disco era in elaborazione da molto tempo. Emily Dickinson (Because I Could Not Stop For Death) può dunque essere considerato in sintonia con l’elogio della lentezza che è fra le poche cose carine di questo secolo tormentato assai. Ancor più importante è la sintonia con il mondo sospeso di Emily Dickinson (1830-1886), la donna vestita di bianco che raramente uscì dalla sua casa di Amherst, Massachusetts, pressoché nulla pubblicò in vita e solo dopo la morte venne riconosciuta fra i massimi esponenti della poesia moderna. Parole esattissime ma visionarie, trasfigurazioni fatte di nitidezza, paesaggi interiori che diventano spazi sconfinati e viceversa, religiosità come emozione onnicomprensiva anziché timor di Dio.
Sentivo un funerale nella mente,
e andava gente in lutto,
avanti e indietro, sempre, finché parve
venir meno ogni senso
Il progetto Emily Dickinson (Because I Could Not Stop For Death)
Gli Anaïs di Franco Zaio (strumenti e melodie) e Francesca Pongiluppi/Vera Vittoria Rossa (canto) mettono in musica le liriche dickinsoniane rispettando questa impegnativa attitudine e proponendo adeguato corrispettivo in un limpido suono indie-rock piacevolmente anni ’90-’00 fra chitarre e psichedelia (anche se l’unico momento strutturato sul piano, She Dealt, piace moltissimo), fra Sodastream e Mazzy Star, fra Belle & Sebastian e R.E.M.
Potremmo definirla musica trasognata ma ben presente a se stessa, fatta di canzoni che viene voglia di riascoltare – e rileggere – sovente, in particolare Wild Nights, I Felt A Funeral e Good Morning Midnight (quest’ultima potrebbe persino essere una hit radiofonica di qualche mondo parallelo). Quanto a I Am Nobody, è stata usata come sigla del compleanno on line dell’Emily Dickinson Museum di Amherst: una soddisfazione non da poco.
Io sono nessuno! Tu chi sei?
Sei nessuno anche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo! Potrebbero spargere la voce
Quando il guaio in cui ci troviamo finirà sarebbe bello che, in un giorno d’estate, gli Anaïs potessero suonare tutte le canzoni del disco davanti a quella casa-museo. Sarebbe anche bello esserci per ascoltarli.
Info pratiche: Il disco può essere richiesto direttamente al gruppo: anaislaband@gmail.com, anche tramite facebook (gliAnais) o instagram (anais_la_band). Da febbraio apparirà su tutte le piattaforme digitali tramite Viceversa Records.
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