BigThief - U.F.O.F. Recensione Tomtomrock4AD - 2019

Big Thief: un gruppo in costante crescita.

4AD – 2019

I Big Thief sono una band di Brooklyn che  debuttò, nel 2016, con un titolo un tantino presuntuoso,  Masterpiece. Beh, quello era comunque un buon disco, ma complimenti per l’ardire. Con Capacity, del 2017, i Big Thief avevano confermato di essere in grado di ripetersi con costante qualità. Questo è il terzo disco della band e si chiama U.F.O.F.; la sigla può essere tradotta con “l’amico alieno”, frase che trova una certa corrispondenza nel testo del primo brano, Contact.

Adrianne Lenker leader indiscussa dei Big Thief

La voce attraente e mutevole  di Adrianne Lenker (che aveva esordito lo scorso anno come solista con Abysskiss) si adagia su fondali semi-acustici, quasi folk, che deviano, talvolta, in acidità post-grunge, per la trattenuta ma urgente possenza di chitarre e ritmica. Lenker, da vera leader, si esprime anche alla chitarra e scrive tutte le canzoni; 12 brani di impressionante efficacia, tutti racchiusi nella forbice dei tre-quattro minuti, ed è un bene, anche se Terminal Paradise, con quel suo finale aperto, lascia la voglia di una coda più compiuta.

Il repertorio di U.F.O.F.

Brevi, fulminei  sono anche i titoli, solo tre di essi superano la parola singola e uno è composto unicamente dalla preposizione From ( coincide, peraltro, con il brano più disturbante del disco). Ogni canzone ha una personalità ben definita, con agli estremi la saltellante ma banale Strange e l’affascinante cantilena di Cattails. Impossibile non citare quelle che, pur nella relativa vaghezza dei testi, sono le tre canzoni ‘relazionali’: Jenni, ode straziante a un rapporto forse più virtuale che reale; Betsy, brevissimo flash newyorchese  di una notte passata in auto tra le luci della città; infine Orange, piuttosto esplicita e carnale, con intrecci di corpi e di mistero. Oltre ad Adrianne Lenker ecco chi sono gli altri Big Thief: Buck Meek alla chitarra e ai cori, più la sezione ritmica di Max Oleartchik al basso e James Krivchenia alla batteria.

Per tornare a quanto detto all’inizio, non siamo ancora al Masterpiece, ma c’è un bell’avvicinamento. 

Big Thief - U.F.O.F.
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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