Cage The Elephant 2019: una band mainstream.

Social Cues è il quinto lavoro in studio per una band che, dopo essersi imposta tre le capofila dell’indie rock, oggi strizza l’occhio, in maniera soddisfacente, alle grandi platee. I Cage The Elephant 2019 ci provano cunque con un disco che si distingue per immediatezza e vivacità compositiva.
Breve storia di una rock band che resiste
Siamo nel 2008 e il gruppo del Kentucky debutta con l’album omonimo, accolto favorevolmente da pubblico e critica. Il singolo Ain’t No Rest For The Wicked vende milioni di copie e i Cage The Elephant si impongono a livello planetario come la Next Big Thing del rock alternativo. Negli anni successivi continuano con una certa coerenza a perseguire una linea difficile che è quella di fare musica rock riuscendo a coniugare sonorità in bilico tra passato e futuro incerto. Le influenze sono chiare e dichiarate. Tra le note dei tre album successivi (Thank You Happy Birthday, Melophobia e Tell Me I’m Pretty) aleggiano i fantasmi di nomi illustri. Beatles, Ramones e Nirvana sembrano rivivere sostenuti da giovani discepoli quali Kasabian o Arctic Monkeys della primissima ora.
Social Cues e la completa maturità artistica
Difficile oggi scrivere canzoni che vadano fuori dall’ordinario e che riescano a non suonare come un già sentito soporifero. E’ il problema del rock contemporaneo al punto che spesso ci chiediamo cosa significhi oggi essere/fare rock. I Cage The Elephant pare abbiano trovato una personale soluzione. Social Cues è un disco facile. Facile nel suo significato migliore: fruibile, dinamico e istantaneo.
I tredici nuovi brani hanno quasi tutti una struttura perfetta per quel che riguarda il formato canzone: strofa –ritornello – strofa. E in un ambito senz’altro poco innovativo possiamo trovare delle vere e proprie perle che non hanno altro scopo se non quello di divertire più ascoltatori possibili. Lasciamoci dunque trascinare da brani come il singolo Ready To Let Go o House Of Glass e Broken Boy, la parte più arrabbiata del Cage The Elephant. Oppure riposiamoci in momenti più soft come What I’m Becoming (Last Shadow Puppets insegnano) o Night Running (feat. Beck). La produzione affidata a John Hill si sente. Il signore in questione ha alle spalle collaborazioni con artisti quali Florence + The Machine, tUnE-yArDs, Eminem e Rihanna. Oggi dal “rock” si può pretendere di più?
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