Blonde Redhead - Sit Down for Dinner

Sit Down for Dinner: dopo lunga assenza un ritorno convincente per i Blonde Redhead.

Una rinnovata freschezza e sonorità meno atmosferiche: sono questi i due elementi  chiave che abitano le undici tracce incluse in Sit Down for Dinner, ultima fatica dei Blonde Redhead (pubblicata da Section 1).

A quasi dieci anni dalla pubblicazione del precedente album in studio, risulta tanto innaspettato quanto convincente il loro ritorno sulla scena musicale (anche se dal vivo i Nostri avevano continuato a esibirsi e nel 2017 avevano pubblicato l’ep Three O’Clock). Laddove Barragàn appariva a tratti un album interlocutorio, dai suoni esageratamente ‘volatili’ (quasi a voler sottolineare la costante ricerca di una nuova strada da percorrere), compiuto e ben ancorato alla realtà con tutti suoi alti e bassi suona invece Sit Down for Dinner.

Il lungo, difficile, a volte doloroso cammino verso Sit Down for Dinner

La lunga ricerca sembra aver dato dei buoni frutti: complici eventi complessi e dolorosi, incluso il lockdown che ha separato i tre membri  della band (Kazu Makino e i gemelli Simone e Amedeo Pace) dalle rispettive famiglie, in Sit Down for Dinner siamo avvolti da melodie meno rarefatte, da una trama musicale più calda e stratificata e da testi più complessi e coerenti, come stessimo assistendo alla seconda giovinezza di un trio con alle spalle ben 30 anni di carriera.

La title track, in due capitoli, occupa la parte centrale dell’album. Il titolo rievoca un saggio di Joan Didion del 2005, dedicato al lutto e sono proprio la lontananza e la perdita di una persona cara i temi affrontati delicatamente in entrambe le tracce, costruite su una trama musicale venata di sfumature dreampop sublimate dalla voce di Kazu Makino.

Spetta tuttavia a Snowman il compito di aprire le danze con le sue cadenze calde e sognanti, un mosaico di voci stratificate e un sound anni ’90 sottolineato da percussioni latineggianti.

Magnifica Kiss Her, Kiss Her: racconta la storia di una coppia di innamorati incontrati casualmente ai quali Kazu si rivolge incitandoli a non reprimere i propri sentimenti: “But if you want her/ Take her / I’d be screaming, “Kiss her, kiss her” / Take her by hand/ Take her to the dolphin sea/Ah-ah, ah-ah/ Let the boy, let the boy, let the boy/Dream on/Let them laughing, you’re fool/Stand by you”, udiamo in coda al brano.

Un disco coeso per i Blonde Redhead

Costituiscono un insieme coeso e corente le undici tracce dell’album. Non sorprende quindi più di tanto trovare più di un momento notevole, come l’ipnotica Not for Me,  o Melody Experiment dal titolo profetico, con il suo ritmo incalzante in perenne variazione.

C’è spazio anche per le ballate, concentrate a fine lavoro, a partire dalla cinematografica I Though You Should Know, seguita dalla bella Before, sublimata da magnifici riff di chitarra e scandita dal canto di Kazu, che ci conduce al finale con la strumentale Via Savona, sottolineata dall’humming atmosferico della Makino.

Una prova decisamente riuscita.

Blonde Redhead – Sit Down for Dinner
7,9 Voto Redattore
0 Voto Utenti (0 voti)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

print

Milanese trapiantata a Parigi, fra filosofia e diritto, le mie giornate sono scandite dalla musica. Amo la Francia, il mare e il jazz. I miei gruppo preferiti ? I Beatles, i Radiohead, gli Interpol e gli Strokes.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.