Busta Rhymes - Extinction Level Event 2: The Wrath of GodConglomerate / Empire - 2020

Dalla golden age riemerge Busta Rhymes con Extinction Level Event 2: The Wrath of God.

Probabilmente nessuno iscriverebbe Busta Rhymes nella lista dei grandi nomi del rap dell’età dell’oro, nonostante i suoi primi dischi,  a partire dall’esordio con The Coming nel 1996, abbiano lasciato il segno. Almeno fino a metà anni 2000 Trevor George Smith Jr. ha sfoderato canzoni niente male, un sacco di belle collaborazioni, e un flow velocissimo che soltanto Eminem ha eguagliato: chi non si ricorda Break Ya Neck prodotta da Dr. Dre? E allora, in un anno che nel rap ha visto all’opera più veterani che giovani emergenti, almeno per i gusti di chi scrive, ecco tornare anche lui con Extinction Level Event 2: The Wrath of God, dove il ‘2’ si riferisce a E.L.E. (Extinction Level Event): The Final World Front uscito nel 1998, del quale sarebbe dunque seguito ideale.

Busta Rhymes - Extinction Level Event 2: The Wrath of God
Conglomerate / Empire – 2020

Potrebbe sembrare presuntuoso da parte di uno che non faceva uscire nulla dal 2012, e invece Busta Rhymes ci fa una bella sorpresa di fine 2020 con un disco eccellente, sebbene non perfetto. Comincio dai difetti allora, che riguardano come spesso accade nel rap una lunghezza eccessiva (22 brani skits inclusi) e soprattutto una falsa partenza, con una serie di canzoni buone ma non eccelse che figurano come una introduzione troppo lunga prima di partire davvero.

Un manuale del rap

Però, quando Busta Rhymes e il suo Extinction Level Event entrano davvero nel vivo lo fanno alla grande. E.L.E. 2 The Wrath of God featuring Minister Louis Farrakhan riporta al rap ‘impegnato’ di un tempo, quando ancora non si diceva ‘woke’, con l’arringa del controverso predicatore e poi un crescendo musicale nel quale  Busta Rhymes mostra quello che sa fare. Poi Slow Flow riporta in vita Ol’ Dirty Bastard in quelle stranezze che succedono a volte nel rap, ma il pezzo è buono, finché Q Tip stende tutti in Don’t Go. Da qui in poi è difficile trovare un difetto. YUUUU con Anderson .Paak è funky, il duetto sui guai del divorzio con Rapsody si fa seguire bene, Boomp! è G-funk, Where I Belong con Mariah Carey ricorda un po’ (ed è ovviamente un complimento) il duetto fra Method Man e Mary J. Blige nella superclassica All I Need.

 

E poi c’è proprio lei, Mary J. Blige, spettacolare nell’interpretare una You Will Never Find Another Me che potrebbe essere il momento migliore del disco. E questo nonostante il duetto perfettamente riuscito fra Busta Rhymes e Kendrick Lamar: Look Over Your Shoulder. Insomma un disco di collaborazioni, ma questo non toglie niente a Busta Rhymes che continua ad avere un flow impeccabile: diciamo che lui e questo Extinction Level Event 2: The Wrath of God potrebbero costituire un manuale su come si rappa. Non aggiunge niente di particolarmente nuovo al genere, se non una manciata di canzoni di altissima qualità. Non è poco, direi.

Busta Rhymes - Extinction Level Event 2: The Wrath of God
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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