Robin Guthrie & Harold Budd: la forza della delicatezza.

Ho scritto poco di musica in questo anno così strambo e stralunato. Il mio contatto con i suoni è andato ad intermittenza, con l’uso dell’on/off in modo caotico, quasi seguendo le onde dei lockdown. Mentre quasi tutto il pianeta esprime la necessità quasi spasmodica di rivolgersi all’esterno, in cerca di aria, io sento la necessità di orientarmi verso l’interno, esprimendo, come posso, la cura per le cose positive che ho il privilegio di avere intorno a me.
Buon viaggio, Harold Budd
Il disco Another Flower è uscito il 4 dicembre, qualche giorno prima della dipartita di Harold Budd. Ho visto uno dei primi post su facebook che ne annunciava il suo viaggio nell’altrove; la prima sensazione è stata il rammarico di non averlo mai ringraziato con due righe, chiuse in una bottiglia nel mare della rete, della sua musica, per me, straordinaria.
https://www.youtube.com/watch?v=JRrCwcN8Uk0
Il disco Another Flower ora è on/loop, ascolto e lo sento struggente nei suoi movimenti delicati che riverberano nella stanza in cui sono e nello spazio d’aria che respiro. Le atmosfere di Robin Guthrie e Harold Budd non si contrappongono a questa incertezza quotidiana, che ci sta accompagnando ormai da mesi, anzi, si accordano perfettamente con questa ora della sera, intimista, aprendo uno squarcio di bellezza assoluta e di buone emozioni.
Another Flower è un disco rassicurante
Nell’essenzialità estrema delle cose di cui ho davvero bisogno, questo disco troverà ancora spazio nel disordinato on/off dei giorni a seguire. Dentro/fuori, finestra aperta/chiusa, senza claustrofobia, alla ricerca di un’aria interiore che, prima o poi, avrà di nuovo necessità dell’esterno.
Chiudo un messaggio nella bottiglia e lo abbandono nell’etere “grazie della bellezza che ci hai donato”.
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