Catherine Graindorge feat. Iggy Pop

Catherine Graindorge incontra Iggy Pop per dar vita a The Dictator.

Catherine Graindorge non è nuova a collaborazioni “eccellenti”: da Nick Cave a John Parish, fino a quella con Hugo Race che ha prodotto, ormai più di cinque anni fa, il bellissimo Long Distance Operators. Ma questo Ep di quattro brani che la vede insieme a un’icona del rock come Iggy Pop ha una origine piuttosto particolare. Il tutto nasce dal fatto che Mr. Osterberg interpreta una paio di canzoni della violinista e compositrice belga durante un suo show alla BBC e che quest’ultima si trova casualmente all’ascolto. Stupita e onorata di questa “attenzione” da parte dell’illustre collega, Catherine scrive al responsabile dello show chiedendo di trasmettere a Iggy la sua gratitudine. Per tutta risposta nel giro di un paio di giorni le arriva da parte dell’Iguana una richiesta di collaborazione, con la preghiera di inviargli un suo pezzo. Lei si mette al lavoro e produce non una ma tre tracce; è l’inizio di una collaborazione a distanza che ora mostra finalmente il suo prodotto.

La musica e i testi

Iggy ha rivestito questi brani di testi intrisi di pessimismo, che la sua voce baritonale acuisce ancor di più, per un risultato finale indubbiamente di grande suggestione. Ancor più del brano eponimo che lo apre, la “spina dorsale” dell’Ep sono, a nostro modesto avviso, i due brani centrali, che si presentano fin dai titoli (Mud I e Mud II) come due puntate successive di uno stesso serial. Catherine fornisce due “tappeti” di angosciante cupezza, in tutto degni di far parte della colonna sonora di un film post-apocalittico, tessuti con l’uso preponderante di tastiere e percussioni elettroniche – o modificate elettronicamente – solo in parte temperata dal suo malinconico violino e, in Mud II, da un violoncello pizzicato. E se in The Dictator quello di Iggy si poteva ancora definire “canto”, qui siamo invece di fronte a un recitativo che potrebbe anche ricordare i dischi di John Trudell o quella The Mountains Of Manhattan che è stata quasi una sorta di testamento di un Willy DeVille ormai vicino alla fine.

Superfluo aggiungere che la voce di Iggy aumenta a dismisura questa sensazione di pessimistica angoscia, fino a culminare in quel mantra finale scandito e ripetuto per quasi un minuto – “and make you tired / so tired”- al quale nel finale fa solo parzialmente da contraltare la dolce voce di Catherine. Contraltare presente anche, e in misura maggiore, in The Dictator, non a caso il brano nel quale è più “rispettata” la cosiddetta forma-canzone.

Catherine Graindorge e Iggy Pop: una collaborazione riuscita

Il disco è chiuso da un brano strumentale, Iggy, evidente omaggio della violinista belga al “mito” d’oltreoceano: omaggio più che riuscito, visto che perpetua l’atmosfera dei brani precedenti anche senza bisogno di ricorrere alla inconfondibile voce di Mr. Osterberg. A nostro modesto avviso il disco non ha forse la “compiutezza” di Long Distance Operators – probabilmente anche a causa della sua brevità -, ma c’è comunque da augurarsi che questa collaborazione non finisca qui: potrebbero uscirne ancora cose molto buone e conviene dar credito a questa apparentemente, ma non più di tanto, “strana coppia”.

Catherine Graindorge feat. Iggy Pop – The Dictator
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“Giovane” ultrasessantenne, ha ascoltato e ascolta un po' di tutto: dalla polifonia medievale all'heavy metal passando per molto jazz, col risultato di non intendersi di nulla! Ultimamente si dedica soprattutto alla scoperta di talenti relativamente misconosciuti.

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