Il terzo album di Cristina Nico
Esce finalmente il nuovo disco di Cristina Nico, artista genovese impegnata non solo nella musica suonata ma anche nell’organizzazione di concerti, tramite la benemerita Associazione Lilith, di cui fa parte assieme a Sabrina Napoleone e Valentina Amandolese. Lilith dà vita ogni anno al festival omonimo, incentrato sulla musica d’autore declinata al femminile.
Cristina Nico oltre la canzone d’autore e oltre il rock alternativo
“Cristina Nico” (Orange Home Records) è un disco importante, come sono quasi sempre quelli che hanno per titolo solo il nome dell’autore. Comunemente incasellata nel rock alternativo, Nico deborda spesso dal facile recinto dei generi, con una proposta musicale dal respiro internazionale. Basti dire che solo nei primi cinque brani si passa da una intro alla PJ Harvey, il blues di Double Moon, ad un brano di stampo indie (ma anche piuttosto radiofonico) come La Sola Cosa Che C’è, quindi al folk mediterraneo di Anima Nigra. Tutto ciò passando con estrema confidenza dall’italiano all’inglese, fino al dialetto siciliano (se non erro). Curiosa e parecchio diversa dal resto è la scatenata Il Bisogno Di Essere Migliore, nella quale sembra di riconoscere persino l’esuberanza della migliore Loredana Bertè.
Un disco importante per la scena musicale italiana
Le sorprese continuano nell’altra metà del disco con un frizzante brano in francese, Être Soi-Même, e persino un breve intermezzo strumentale, Dog’s Walk. Con le atmosfere tex-mex di The Idiot Non Savant (presente in due versioni) si chiude un lavoro estremamente piacevole, adatto a chi apprezzi le voci femminili, indubbio punto di forza della musica indipendente italiana. Può bastare, per chiarire, ricordare il contributo di artiste come Lalli, Cristina Donà, Nada, Ginevra Di Marco, più quelle che avrò scordato di citare… Dal suo esordio, nel 2014, anche Cristina Nico può considerarsi parte di questo straordinario “parterre de reines”, senza minimamente sfigurare nel confronto con le storiche colleghe, ma portando un forte contributo sia artistico che promozionale.
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Fausto Meirana
Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.
