Recensione: Devin Hoff - Voices From The Empty Moor

Devin Hoff rende omaggio ad Anne Briggs

Devin Hoff è un bassista e compositore americano, noto per i suoi dischi di contrabbasso solo o in multitraccia. Un jazzista, si direbbe, del versante più sperimentale di questo genere. Le sue molte collaborazioni lo vedono al fianco di musicisti come Nels Cline, Marc Ribot, Joshua Redman e  gruppi come le Cibo Matto. Collabora poi con  cantautrici come Shannon Lay e Julia Holter, che appaiono anche qui. Il suo nuovo lavoro, Voices From The Empty Moor (Kill Rock Stars), è un coraggioso excursus sulla musica di un personaggio molto schivo ma importantissimo del folk revival inglese, Anne Briggs.

Chi è Anne Briggs

Attiva a partire dai primi anni ’60 con un repertorio di canzoni tradizionali a cui attinsero Bert Jansch, John Renbourn e diversi altri, l’affascinante e problematica cantante scomparve dalle scene ai primi del decennio seguente dopo aver lasciato tre dischi contenenti anche notevoli brani originali. Non amava la sua voce registrata. Tentò con scarsa convinzione un  ritorno sulle scene nei primi anni ’90. Da tempo vive in una sperduta località della Scozia.

L’approccio di Devin Hoff al repertorio di Anne Briggs

Dal repertorio della Briggs Hoff ritiene il meglio, comprese due sue composizioni, Go Your Way e Living By The Water. Come vedremo, non tutti i titoli conservano la parte vocale, sostituita da strumenti solisti o dallo stesso contrabbasso di Hoff. Il disco è molto suggestivo in ambedue le circostanze, anche se le versioni vocali di sicuro rendono maggior giustizia alle canzoni. Tra le voci femminili appaiono  Sharon Van Etten, che cura una splendida Go Your Way, quindi Julia Holter, con la cruda  Let No Man Steal Your Thyme e  Shannon Lay,  che dà voce a Living By The Water. L’unica presenza cantata maschile, per l’ultima traccia cantata del disco, è quella di Emmett Kelly (Bonnie Prince Billy, Cairo Gang). A lui tocca Blackwaterside, un compito difficile, se pensiamo alle versioni di Bert Jansch o Sandy Denny, ma comunque riuscito.

Molto belli anche gli strumentali, con il sax di Howard Wyley in Maa Bonny Lad e  l’oud di Alejandro Farha per il medley The Snow It Melts The Soonest/My Bonny Boy. I restanti brani a cura del solo Hoff sono  l’arcinota  She Moved Through The Fair, The Lowlands (entrambe in multitraccia)  e Willie O’Winsbury (con il contributo di Jim White alla batteria).

Si dice che Anne Briggs sia persona dal carattere aspro. Però Voices from the Empty Moor un sorriso glielo ha strappato di sicuro.

Recensione: Devin Hoff - Voices From The Empty Moor
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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