I 5EPs del 2020 riuniti dai Dirty Projectors.
Dirty Projectors – 5EPs offre ciò che il titolo promette: la racconta dei cinque EP pubblicati da David Longstreth nel corso del 2020, ossia Windows Open, Flight Tower, Super João, Earth Crisis e Ring Road.
Longstreth ci ha abituati a frequenti cambi di stile, sicché è probabile che ognuno abbia i ‘suoi’ Dirty Projectors preferiti. Dichiaro subito che i miei sono sia quelli indie di Swing Lo Magellan, sia quelli sorprendentemente quasi-hip-hop del disco omonimo del 2017, mentre lo sperimentalismo degli esordi e l’ultima prova Lamp Lit Prose mi lasciano fredda. Nello spirito della sperimentazione e del bisogno di novità tipico di Longstreth, questi cinque EP mostrano la band assemblata dal nostro negli ultimi anni: ogni dischetto presenta un diverso membro della band– la chitarrista Maia Friedman, la percussionista Felicia Douglass, la tastierista Kristin Slipp e Dave stesso – alla voce solista, con tutti che si alternano nella quinta e ultima puntata per un totale di venti canzoni che spesso non superano i tre minuti.
Un David Longstreth insolitamente lo-fi
Sembra quindi un progetto for fun, però il divertimento non sempre è presente, almeno per chi ascolta, con una versione lo-fi dei Dirty Projectors. Fino al quinto brano incluso, Inner World, abbiamo arrangiamenti acustici e quadretti simpatici ma niente più. Lose Your Love mette in campo qualche cenno della produzione e del trattamento della voce tipici di Longstreth, Self Design segue sulla medesima strada e ci si diverte un po’ di più pur senza entusiasmi. Holy Mackerel torna ai Dirty Projectors unplugged e si va avanti così per qualche traccia fino a quando Eyes On the Road interrompe con le orchestrazioni. Verso la fine No Studying è indie-pop simpatico e My Possession chiude bene.
Dirty Projectors – 5Eps: non è una nuova strada
Come si è capito questi 5EPs appaiono molto intermedi nella ormai ventennale storia dei Dirty Projectors. Non dovrebbero costituire una nuova direzione perché in realtà non ne hanno una soltanto, ma pescano un po’ ovunque fra quanto fatto in precedenza, senza un impegno compositivo veramente importante. Si può sperare che abbiano costituito un’esercitazione ‘pubblica’ per la nuova band e che David Longstreth ci stia riservando il meglio per il prossimo futuro.
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